Si aggrava la posizione di padre e figlio che la notte di mercoledì scorso hanno aggredito due vigili del fuoco e due carabinieri a Castel Frentano (Ch) nel tentativo di evitare lo spegnimento di un incendio all’esterno del Bar Maiella.
Stamani il gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, su richiesta del pm Serena Rossi, ha infatti inasprito il provvedimento cautelare, dai domiciliari al supercarcere, nei confronti di Claudio Roselli, 49 anni, e suo figlio Giovanni, di 23, di Lanciano (Ch), i quali, nel corso dell’interrogatorio di garanzia in tribunale, hanno negato gli addebiti sostenendo che la loro è stata una reazione a uno schiaffo ricevuto da un vigile.
Il padre sarebbe stato colpito, poi il figlio è corso in suo soccorso aiutando a picchiare i vigili che erano al lavoro per domare il rogo, e i militari, subito accorsi. I due indagati si erano frapposti ai cinque vigili del distaccamento di Lanciano per evitare che spegnessero le fiamme all'esterno del locale.
Ora sono indagati anche di incendio doloso, dopo che i carabinieri hanno visionato i filmati delle telecamere presenti nella zona. Sarebbero stati loro ad appiccarlo dopo uno screzio avvenuto nel pomeriggio, anche se si cerca di capire con chi e con quale movente. Le altre accuse contro di loro sono resistenza, lesioni e minacce a pubblico ufficiale, possesso di un’ascia in auto e il tentativo di corruzione ai vigili del fuoco con promessa di 850 euro per evitare di chiamare i carabinieri.
I due, difesi dall’avvocato Domenico Russo, hanno negato sia l’incendio che il tentativo di corruzione. Quanto all’ascia trovata in macchina il possesso è stato giustificato con l’uso della potatura e pulizia degli ulivi. Attraverso nuovi atti inviati in Procura i due rischiano ora anche l’incriminazione di diffamazione aggravata contro i carabinieri. I quattro feriti hanno riportato complessivamente lesioni guaribili tra i 5 e 10 giorni.
Walter Berghella
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Nella foto di Andrea Franco Colacioppo il Bar Maiella