Un 63enne di Casoli (Ch), V.L., picchiato in faccia con un tirapugni in metallo perché intervenuto a difesa del figlio 28enne, reo di non aver saldato un conto di droga. L'uomo è finito in ospedale malconcio, con prognosi di 25 giorni.

Partono da quest'episodio, dell'11 settembre 2019, le indagini che ora  hanno portato, dopo oltre sei mesi di controlli e di verifiche, all'emissione di cinque ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, su richiesta del pm Francesco Carusi. Un giro illecito e redditizio, con articolate diramazioni sul territorio, da Lanciano alla Val di Sangro, in diversi comuni dell'entroterra (Roccascalegna, Guardiagrele, Casoli, Altino, Paglieta, Santa Maria Imbaro, Civitella messer Raimondo) e della fascia costiera. L'organizzazione, dedita allo spaccio di cocaina, marjuana e hashish, è stata smembrata.

Dopo il pestaggio dell'uomo sono stati avviati - spiega il capitano dei carabinieri di Lanciano, Vincenzo Orlando, che ha diretto le operazioni insieme con  il comandante del Nucleo operativo radiomobile, Giuseppe Nestola -  "mirati servizi di osservazione e pedinamenti, successivamente ampliati mediante l’esecuzione di intercettazione di 23 cellulari in uso agli indagati, che man mano emergevano; intercettazioni ambientali, riprese video e controllo Gps di cinque autovetture". All'attenzione delle forze dell'ordine "migliaia di ore di conversazioni telefoniche, servizi di osservazione e pedinamento che hanno consentito di acclarare inconfutabili elementi di colpevolezza a carico di 16 indagati".  

Un bacino molto ampio di consumatori, con oltre 100 tossicodipendenti che sono stati identificati ed ascoltati e circa 200 episodi di cessione di droga documentati. Una vendita efficiente legata ad una altrettanto efficace attività di riscossione, con "l’uso di minacce e spedizioni punitive volte a costringere al pagamento i clienti riottosi o poco affidabili", anche facendo leva sui familiari. 

Così all'alba di oggi sono stati arrestati Michael Cicchetti, 28 anni di Paglieta; Alexander Mastrippolito, 20 anni, di Santa Maria Imbaro, il cassiere, e Manolo Spinelli, 30 anni, di Lanciano (Ch).  Sono tutti ai domiciliari. Nei guai pure A. P., 52 anni, di Fara San Martino, che ha l'obbligo di dimora, e I. F., 42 anni, di Casoli, con l'obbligo presentazione alla polizia giudiziaria. Nel corso delle indagini sono stati fatti altri quattro arresti. Ci sono anche 11 indagati e c'è il sequestro di circa un chilo di droga, di vario genere, e 7.500 euro. 

Le accuse a loro carico vanno dalla detenzione e spaccio di stupefacenti passando per il furto aggravato, l’estorsione, il danneggiamento, le lesioni personali ed il porto abusivo di armi. Alcuni di loro si esercitavano a sparare col fucile in un bosco di Paglieta, tirando colpi contro gli alberi. E qualche componente del gruppo, in particolare Mastrippolito e Cicchetti, facevano facilmente ricorso alla violenza. Alla mamma di un ragazzo debitore è stata bruciata la macchina, una Fiat Panda, vicino a casa; altri hanno preso pugni; qualcuno ha visto sparire la propria auto, una Fiat Tipo, restituita dietro minacce e il versamento di 400 e 500 euro. Alcuni di loro si esercitavano a sparare col fucile in un bosco di Paglieta, tirando colpi contro gli alberi.

C'è stato anche qualche tentativo di furto, ad esempio all'agriturismo "Villa Catena" di Paglieta. Qui è stata tranciata la catena che assicurava la chiusura del cancello carrabile di accesso alla struttura; è stata mandata in frantumi la vetrata del portone situato al piano seminterrato; all'interno è stato danneggiato il sistema di allarme. Poi sono arrivati i vigilanti e il colpo, il 7 ottobre dell'anno scorso, è fallito. 

E uno degli arrestati, Mastrippolito, ascoltava e spesso canticchiava in macchina il ritornello del brano "Dance monkey", canzone del 2019 che ha installato come suoneria del telefonino e che col tempo è divenuto un tormentone anche per le forze dell'ordine. Da qui il nome dell'operazione.

Serena Giannico

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