E' morto ieri sera nella sua abitazione di Lanciano (Ch). Il generale dei carabinieri Michele Poma, 93 anni compiuti lo scorso 7 aprile, è deceduto, all'improvviso. E' stata la domestica ad accorgersene. Lui stava guardando la televisione in salotto e quando lei si è avvicinata per salutarlo perché andava via, non ha avuto risposte.
Nato a Melfi, nell’Arma dei carabinieri ha rivestito ruoli di responsabilità e di rilievo crescenti, "partendo da quello operativo per la lotta contro la criminalità a quello organizzativo e di coordinamento di interesse generale".
"Si è distinto nelle operazioni che ha diretto per prodezza, acume e forte senso del dovere - dicono i familiari -. In modo particolare negli anni in cui ha diretto il gruppo Radiomobile della città di Roma, fronteggiando situazioni di ogni genere: dalla microcriminalità ai pericoli di ordine pubblico ai fenomeni legati ad organizzazioni criminali".
"Era estremamente riservato - ricorda l'amico Cesare Gaspari, generale in pensione dei vigili del fuoco - e ciò che mi colpivano di lui, erano, nonostante gli anni, la grande lucidità e la voglia di guardare al futuro. Faceva progetti, pensava al domani, anche se era fortemente legato al suo passato, vissuto nel corpo dell'Arma dei carabinieri, dove aveva scalato tutti i gradi fino a diventare generale. Suo rimpianto era la moglie Anna, che lo aveva lasciato da diversi anni e della quale viveva in adorazione del suo ricordo".