Lanciano. 'Mio nipote ucciso da un pugno, ora prego per Giuseppe'
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"Comprendo il dolore di questa mamma. E povero ragazzo! Rivivo il dramma di mio nipote, ucciso da un pugno. E ora prego per Giuseppe".

Così Maria Addolorata Ranieri, di Paglieta (Ch), zia di Umberto Ranieri (nella foto con i fiori), ammazzato lo scorso anno, in largo Preneste a Roma. L’aggressione il 17 marzo; il decesso, all'ospedale San Giovanni, dopo tre giorni di agonia. Un pugno micidiale al volto, da parte di un diciottenne di origini tunisine, lo scaraventò a terra: nella caduta, ci fu lo sfondamento del cranio, con fuoriuscita di materia cerebrale. Il colpo fu sferrato perché Ranieri, in arte Nniet Brovdi, 55 anni, di Paglieta, pittore e performer adottato dalla Capitale, quella sera, aveva chiesto al suo assassino e a due sue amiche di non sporcare il posto dove si trovavano con i semi di girasole che stavano sgranocchiando. 

Sabato scorso, a Lanciano (Ch), Giuseppe Pio D'Astolfo (foto), 18 anni, è stato raggiunto, sempre per futili motivi, da un pugno alla tempia sinistra, dato da un minorenne, da un tredicenne che fa parte di una baby gang che ora i carabinieri stanno cercando.

Ed è finito in Rianimazione a Pescara, in coma. "In queste ore - riprende Maria Ranieri - seguendo la storia di Giuseppe, sono riaffiorati tutti i momenti legati alla fine di quel nipote che adoravo. Mi sono commossa, ho pianto. Due destini accomunati da un pugno violento, terribile. Ma mentre per Umberto non c'è stata mai speranza di salvezza, questo ragazzo deve riuscire a venir fuori dall'incubo in cui l'hanno fatto piombare. Deve farcela". 

"Vorrei tanto esprimere alla mamma, Paola, la mia solidarietà; le sto vicino con il cuore e prego per suo figlio. So cosa sta passando. Che Dio lo possa far guarire. Non è giusto che sia successa una cosa così. Non è giusto...".

Serena Giannico

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