L'hanno seguita nei corridoi del palazzo di giustizia e minacciata. Incredibile aggressione verbale quello che si è verificato, oggi, nel tribunale di Pescara e che non ha avuto conseguenze più gravi solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine.
A raccontarlo, ad Abruzzolive.tv, è la stessa vittima, l'avvocato di Lanciano (Ch), Raffaella D'Amario che, sconvolta per l'accaduto e in preda al panico, è andata, dopo l'accaduto, al Pronto soccorso dell'ospedale "Renzetti", dove l'abbiamo incontrata.
Visibilmente scossa, le mani tremolanti, e la voce spesso rotta dalla paura nel ricordare i fatti. L'avvocato ci racconta che questa mattina si è tenuta, in un'aula del piano rialzato del tribunale, un'udienza di sfratto, da un appartamento con più camere affittate a Pescara, in cui erano coinvolti due senegalesi. Gli extracomunitari si sono presentati dicendo di non avere i soldi per pagare l'affitto e l'avvocato ha fatto verbalizzare che i termini sono scaduti dal 31 luglio, chiedendo il rilascio dell'immobile occupato.
Durante l'udienza, a bassa voce, e per più volte, tanto che ad un certo punto è stato chiesto al giudice d'intervenire, e così è stato, i due hanno indirizzato un... “Vedrai, vedrai...” verso l'avvocato, ma nulla lasciava presagire quanto sarebbe accaduto di lì a poco.
Terminata l'udienza, mentre lei si incamminava verso l'uscita, è stata rincorsa e minacciata, a ripetizione, ad alta voce, con frasi del tipo "La pagherai...", "Anche tuo figlio si ritroverà in mezzo alla strada...", "Dovrà succedere anche a te...".
"A quel punto - racconta la vittima - sarei dovuta tornare dal giudice, ma così li avrei incrociati nel corridoio. Visto che una quindicina di passi più avanti sostava un gruppo di colleghi, ho chiesto aiuto a loro che hanno fatto muro nei confronti dei due, cercando di calmarli. Andato a vuoto ogni tentativo, con le urla che si erano alzate oltremodo, e senza che la sicurezza interna si sia mossa, una collega si è staccata dal gruppo scendendo al piano terra per chiedere aiuto. Finalmente sono intervenute le guardie del tribunale prima e i carabinieri poi, ma l'esagitazione, gli improperi pronunciati nei miei confronti, verso mio figlio, e le boccacce e gli scherni non sono terminati finché non mi hanno portato via, in uno dei locali della Procura. Non ricordo quanto tempo sono rimasta lì confinata: ad un certo punto dopo essersi accertati che gli stranieri avevano abbandonato il tribunale, i vigilanti mi hanno scortato fino alla macchina, aspettando che partissi. A gennaio ci sarà una nuova udeinza, come faccio?", domanda concludendo. La settimana prossima sarà presentata querela.
Episodio accaduto all'interno di un luogo deputato al rispetto della legalità. "Sono indignata per quanto successo, come avvocato e come donna. Mi chiedo come sia stato possibile che nonostante le grida, nessuno sia intervenuto se non dopo che la collega sia andata in cerca della sicurezza". Un pessimo episodio, specialmente dopo aver appreso che uno dei due stranieri si è reso protagonista, a Pescara, il 29 novembre scorso, di un'aggressione nei confronti delle due proprietarie di un negozio di abbigliamento, per poi denudarsi e correre lungo Viale Marconi prima che venisse fermato dalla polizia e portato via dal 118. 15 dic 2022
URANIO UCCI
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