Lanciano. Auto usata come 'ariete' al cimitero. Scattano denuncia e querele

Scatta la denuncia a carico del giovane che, giovedì scorso, a Lanciano (Ch), usando la propria macchina come "ariete", ha sfondato il cancello del cimitero monumentale di via della Pace nel tentativo di acciuffare un conoscente con cui stava litigando.

L'accusa a carico del giovane è di danneggiamento. Un rapporto, sull'accaduto, è stato rimesso alla Procura dalla polizia che sta aspettando di visionare anche le registrazioni delle telecamere (se funzionanti) di sorveglianza del camposanto. I filmati sul rocambolesco episodio dovrebbero essere consegnati oggi al commissariato e serviranno per meglio capire i contorni e le modalità di assalto al cimitero cittadino.

C.N., 25 anni, di Lanciano, ha sfondato il cancello d'accesso al luogo sacro, alla guida della sua Nissan Micra, inseguendo il detenuto campano in semilibertà G.G., 27 anni, che da tempo cura il verde all’interno del camposanto, svolgendo lavori socialmente utili per conto della cooperativa Aida. Poco tra i due c’era stata una violenta lite in via del Mare ed entrambi hanno riportato escoriazioni, con viso e abiti sporchi di sangue. 

 "Solo per ripristinare il cancello – precisa il sindaco Mario Pupillo - ci vorranno almeno 4 mila euro. Era di pregio artigianale e sta lì da 80 anni.  Quanto accaduto è stato un brutto episodio di criminalità e non so da dove è nata quella sorta di vendetta. Per questo mi affido al lavoro delle forze dell'ordine. Meno male che il detenuto inseguito ha trovato aperto l’ingresso pedonale".

Dopo aver fatto saltare il cancello la macchina si è fermata dinanzi all’ingresso dell’ufficio, dove il detenuto si è era precipitosamente rifugiato, danneggiando pure la vetrata. Quanto alla lite e le relative botte intercorse tra i due le querele sono di parte. Il detenuto, prossimo al fine pena per vari reati contro il patrimonio, la sua denuncia per lesioni l’avrebbe già presentata.

Walter Berghella

@RIPRODUZIONE VIETATA      

totale visualizzazioni: 1825

Condividi l'Articolo