E' "senza regole", è "privo di supporto educativo, caratterizzato da condotte devianti ed inserito in un contesto malavitoso".
Per questo O.P.D.R., il tredicenne che lo scorso 17 ottobre ha picchiato, a Lanciano (Ch), il 18enne Giuseppe Pio D'Astolfo, adesso viene affidato, in via urgente, ai Servizi sociali del Comune di Lanciano per poi essere spostato in una casa famiglia.
Un pugno micidiale, alla tempia sinistra, che ha fatto finire il 18enne in coma. Per oltre un mese è stato ricoverato in Rianimazione, a lottare per salvarsi. Ha subito diversi interventi chirurgici alla testa e ora è in una struttura di riabilitazione nelle Marche, in provincia di Macerata, a cercare di recuperare e di riappropriarsi della propria esistenza.
Il ragazzino che ha sferrato il colpo, e che ha confessato, penalmente non è imputabile, ma il gip del Tribunale per i minorenni dell'Aquila, Italo Radoccia, ha adottato i provvedimenti del caso. Sono stati i carabinieri a notificarli, non senza problemi, alla famiglia. Secondo il giudice necessita di "supporto psicologico ed educativo finalizzato al suo reinserimento sociale, atteso che il protrarsi di tale stile di vita è assai pericoloso per il minore e per il suo corretto sviluppo".
Assieme a lui, al momento dell'aggressione, c'erano altri due adulti, G.D.R., 30 anni, e P.D.R., di 18 anni, che hanno menato, in faccia, un amico di D'astolfo, il 26enne dominicano Anthony Chanel Brito Gomez. E poi c'erano altri due minorenni: S.G., di 13 anni, e G.P.G., di 14, che è stato arrestato lo scorso 19 dicembre e affidato a una casa protetta situata in provincia di Chieti. E questo perché ha "incitato l’amico a colpire D’Astolfo, evidenziando con pienezza la coesione del gruppo e la condivisione di codici di onore e regole comportamentali dai quali scaturisce che gli atti compiuti dal singolo siano condizionati e determinati, ben più che meramente facilitati, dal comportamento e dalla osservazione degli altri". 29 dic. 2020
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