Sarebbe stato un tredicenne, stando a quanto emerge dalle indagini, a colpire, sabato sera, a Lanciano (Ch), con un tremendo pugno alla testa, Giuseppe Pio D'Astolfo (nella foto), 18 anni, ora ricoverato in ospedale in Rianimazione.
La vittima, che è in coma indotto, era dietro la vecchia stazione ferroviaria Sangritana-Tua, con un'amica di 16 anni e un amico di Santo Domingo, di 25 anni, che ospita a casa insieme con il fratello. Sul posto, ma più in disparte e sopraggiunta dopo, c'era anche la fidanzatina 17enne di Giuseppe. Il gruppetto dei tre pare stesse bevendo e ascoltando musica e questa avrebbe infastidito e disturbato una banda di giovinastri - erano in 5 - seduta nelle vicinanze. Gang formata da un tredicenne, un 18enne, due 14enni e trentenne.
Sarebbe stato il più piccolo del gruppo, stando ad una prima ricostruzione fatta dai carabinieri di Lanciano, ad avvicinarsi, dopo uno scambio di battute, e ad aggredire. Poi sono accorsi pure gli altri. Un pugno alla tempia sinistra che, a D'Astolfo, hanno causato fratture e un'emorragia interna. Gli altri hanno cercato di colpire il 25enne, che è riuscito a scamparla. Poi sono tutti fuggiti, compresi gli amici della vittima. Che invece è stato riportato a casa dalla sua ragazza.
In questi giorni si sono susseguiti summit in Procura e riunioni, anche in Prefettura a Chieti. Oggi la vicenda, che ha scandalizzato tutta l'Italia, è approdata all'esame del Comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza.
I cinque sono già stati identificati e denunciati. Si attendono, ora, altri provvedimenti, da parte dei magistrati di Lanciano e del Tribunale dei minorenni dell'Aquila. Il 13enne, per la sua età, non è comunque imputabile.
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