L'Aquila, crollo balconi... antisismici: 37 sott'inchiesta. A volte ritornano...

L'Aquila - Esponenti della Protezione civile inquisiti per aver truffato... la Protezione civile. Esponenti della Protezione civile che tornano e ritornano protagonisti di inchieste nell'Aquila del post disastro. Stavolta è cominciata con un balcone crollato e, poi, poco più di un anno di verifiche, controlli e laboriose consulenze tecniche è bastato alla Procura dell'Aquila per chiudere le indagini sul tracollo di quel balcone in una palazzina del progetto Case (alloggi antisismici provvisori edificati nel post terremoto) di località Cese di Preturo, e per verificare la situazione, anche amministrativa, di centinaia di altri balconi. Gli inquisiti sono in tutto 37 e sono accusati di aver imbrogliato e raggirato, per milioni di euro, lo Stato e la Protezione civile. Nei guai ingegneri, dirigenti del Comune dell'Aquila e imprenditori. 

Gli accertamenti sono stati portati avanti dalla forestale dell'Aquila, dagli agenti del Nipaf (Nucleo investigativo Polizia ambientale e forestale), dagli uomini delle squadre di polizia giudiziaria della Procura e dai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) e hanno condotto al sequestro di 800 balconi in 494 appartamenti (su un totale di 4.500) sparsi nelle 19 new town, che hanno ospitato oltre 16 mila sfollati e che ancora oggi danno ricovero a diverse migliaia di cittadini. Le accuse a vario titolo sono di crollo colposo, truffa in pubbliche forniture e una serie di falsi. Le forze dell'ordine hanno dalle prime luci dell'alba notificato le prime informazioni di garanzia con avviso di conclusione delle indagini preliminari. 
L'inchiesta è stata condotta dal procuratore capo Fausto Cardella e dal sostituto Roberta D'Avolio. 
 
Sott'inchiesta Mauro Dolce, Sergio Sabato, Dino Bonadies, Paolo Delfanti, Gian Michele Calvi, Stefano Vitalini, Alessandro Tosello, Fabrizio Frau, Luigi Spadaro, Antonio Coccia, Alberto Damiani, Michele D'Adamo, Paolo Emilio Pinto, Edoardo Cosenza, Gaetano Manfredi, Paolo Zanon, Claudio Moroni, Luca Pagani, Emilia Aloise, Francesco Tuccillo, Carlo De Angelis Mastrolilli, Davide Dragone, Wolf Chitis, Paolo Vacca, Giam. P., Fabio Serena, Roberto Gandolfi, Carmine Guarino, Markus Alois Odermatt, Renato Amorosi, Lucio Nardis, Mario Di Gregorio, Vittorio Fabrizi, Enrica De Paulis, Carlo Cafaggi, Marco Balassone, Claudio Levorato. 
 
Mauro Dolce, di Roma, all'epoca era direttore dell'Ufficio rischio sismico di Protezione civile che ebbe anche l'incarico di responsabile unico del procedimento del progetto Case; Sergio Sabato, di Salerno, è rappresentante del Rup (Responsabile unico del procedimento) alla vista finale di collaudo tecnico amministrativo; Vitalini, di Sondrio, è nei guai in qualità di direttore operativo opere strutturali; Calvi, di Pavia, in veste progettista e direttore dei lavori; Tosello (Pavia), Spadaro (Messina), Coccia (Roma), Damiani (Pavia), D'Adamo (Chieti), Frau (Milano) sono indagati, a vario titolo, come rappresentanti del direttore dei lavori in fase di sopralluogo; Cosenza (Napoli), Manfredi (Napoli), Zanon (Trento), Moroni (Potenza), Pinto (Roma): sono componenti della Commissione di collaudo statico; Pagani, di Pavia, è inquisito come presidente della Commissione di collaudo tecnico amministrativo; Aloise (Roma), componente della Commissione di collaudo tecnico amministrativo; Tuccillo (Napoli) in qualità di amministratore unico e legale rappresentante della società "Iter Gestioni e Appalti Spa"; Carlo De Angelis Mastrolilli (Napoli), amministratore unico e legale rappresentante della società "Sled Spa"; Dragone  (Salerno) amministratore unico e legale rappresentante della società "Vitale Costruzioni Spa"; Chitis (Napoli), presidente del Consiglio d'amministrazione della società "Futuraquila società consortile arl"; Paraboschi (Piacenza), Serena (Venezia), Gandolfi  (Piacenza), Odermatt, (Svizzera) erano referenti a vario titolo della società "Safwood Spa"; Guarino (Avellino) direttore di cantiere; Bonadies (L'Aquila), Delfanti (Piacenza) progettisti degli elaborati esecutivi; Vacca (Isernia) , commercialista; Amorosi, Nardis, Di Gregorio, Fabrizi, De Paulis, Cafaggi, Balassone, tutti dirigenti del Comune dell'Aquila, con responsabilità sulla manutenzione degli immobili. Infine Levorato (Venezia) in qualità di presidente del consiglio di amministrazione di Manutencoop Facility management.
   
Secondo la magistratura i materiali utilizzati e forniti per la realizzazione dei balconi non risultano conformi alle norme e alle prescrizioni dei relativi enti di unificazione e formazione Uni, Cei, En, Iso; il legno adoperato non presenta alcuna certificazione in merito all'idoneità e i pannelli in legno multistrato usati non contengono alcun tipo di collante, il che ne riduce sensibilmente la resistenza nel tempo, tanto che alcuni di essi stanno marcendo. Gli indagati, a vario titolo, avrebbero indotto in errore la presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della Protezione civile, che avrebbe erogato una somma superiore ai 18 milioni di euro. I pm, inoltre, contestano il danno, di rilevante entità, procurato; il fatto di avere agito approfittando della situazione di necessità degli sfollati, del contesto emergenziale, e di aver commesso il fatto con abuso di potere. E poi c'è il fatto che i cittadini avrebbero ripetutamente segnalato, in Comune, che quei balconi non erano così... resistenti e stabili, ma nessuno li avrebbe mai presi in considerazione.
 
Tra gli indagati di spicco Gian Michele Calvi, progettista e direttore dei lavori di realizzazione del progetto Case e Mauro Dolce, della Protezione civile, responsabile unico del progetto. Ai due vengono contestati di non aver rispettato le norme di legge relative alla vigilanza, ovvero alla corretta esecuzione del contratto e quelle relative ai doveri di controllo sui lavori che si stavano eseguendo anche dal punto di vista qualitativo e di prezzo. Dolce non avrebbe svolto la verifica delle caratteristiche e della dimensione dell'intervento in tutte le sue fasi e non avrebbe rilevato la difformità dei materiali forniti rispetto a quelli previsti dal contratto. A Calvi gli investigatori contestano il non aver accertato la conformità dell'opera al progetto, dando parere favorevole alle fasi di montaggio senza verificare la qualità dei materiali. Tutto fatto alla carlona, dunque. 
 
I due, va ricordato, sono imputati anche nel processo alla Commissione Grandi Rischi, riunita a L'Aquila il 31 marzo 2009, (in primo grado sono stati condannati a sei anni di carcere, in secondo assolti) per aver fornito alla popolazione, ad una settimana dal devastante sisma, messaggi tranquillizzanti, che avrebbero spinto molti cittadini a cambiare le proprie abitudini in relazione alle scosse di terremoto, portandoli anche alla morte. Entrambi sono poi coinvolti nella vicenda penale degli isolatori sismici fallati, le 'molle' installate sotto le palazzine del progetto Case, risultate inadatte allo scopo: Dolce è stato condannato a un anno di reclusione, Calvi è ancora imputato. 19 ott. '15
 
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