In via di miglioramento le condizioni dei 14 Alpini del Primo plotone della compagnia 108 del IX Reggimento della Brigata Taurinense, di stanza a L'Aquila, inquadrati nella Kosovo Force (Kfor), la forza militare internazionale guidata dalla Nato, rimasti feriti nel corso degli scontri di tre giorni fa con i dimostranti serbi a Zvecan, a nord del Kosovo.
Due di loro, i cui nomi non sono stati resi noti, hanno riportato traumi e ustioni dovute all'esplosione di dispositivi incendiari lanciati dai manifestanti e sono ricoverati nell’ospedale militare Nato di Skopje e Pristina. Gli altri, medicati per ferite lievi nella base italiana di Villaggio Italia a Peja-Pec, sono già tornati operativi.
Gli alpini partiti dall'Abruzzo, sono presenti in quella regione dallo scorso mese di gennaio e fanno parte del contingente militare italiano, che schiera 638 uomini. Da ieri in Kosovo si trova il generale Francesco Paolo Figliuolo, alla guida del Comando Operativo di Vertice Interforze, che ha visitato i soldati negli ospedali Nato ed ha incontrato il comandante della missione Kfor, il generale italiano Angelo Michele Ristuccia, per ricevere un dettagliato quadro della situazione nell’area.
Una valutazione necessaria dal momento che i militari italiani, impegnati fin dal 1999 nella difficile e delicata missione di mantenere l’ordine e la pace nella regione a fortissima contrapposizione etnica, sono in prima fila nell’operazione. La convivenza tra la popolazione albanese e serba è da sempre precaria e rischia di degenerare. La tensione è salita dopo il voto alle amministrative del 26 aprile scorso, che ha portato all’elezione di quattro sindaci albanesi di altrettante importanti città del nord, a maggioranza serba, con i nazionalisti filo Belgrado che ritengono che le elezioni, da loro boicottate, non possano essere considerate legittime perché ha votato solo il 3% degli aventi diritto. I serbi, d’altro canto, non hanno mai accettato il nuovo Stato, indipendente dal 2008, e questo spiega abbondantemente i motivi per i quali la situazione potrebbe precipitare.
Lo sviluppo degli eventi è seguito costantemente non solo dai comandi militari, ma dall’intero Abruzzo. Appena giunte le prime notizie sugli incidenti e sul ferimento degli Alpini negli scontri con i nazionalisti serbi, è salita l’apprensione in tutta la regione. Nove delle 14 penne nere provengono da Marsica e Teramano e una dal Chietino. Il comandante del Reggimento, Mario Bozzi, segue da L’Aquila ogni sviluppo e vengono tenuti informati i familiari, il presidente Marco Marsilio e il sindaco della città capoluogo, Pierluigi Biondi. 31 mag. 2023
FILIPPO MARFISI
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