"Intorno alle 15 qui era il caos… elicotteri, canadeir, il fuoco che s’inerpicava sulla collina, gente nella disperazione, un massacro… le case a rischio, ci poteva scappare il morto. E, ciliegina sulla torta, rubinetti a secco, non una goccia d’acqua".
Donato Mancini racconta così l'incendio che ieri ha devastato ha devastato il vallone su cui si affacciano le località Sant’Amato, Costa di Chieti e Madonna del Carmine, le più colpite. Lui vive in quest'ultima contrada. Problemi ci sono stati anche a Spaccarelli e a San Iorio da dove, è sicuro, l’incendio è partito, nella boscaglia.
Il giorno dopo si fa la conta dei danni. Che sono ingenti e che fanno il paio con il terrore che il rogo ha seminato. "Erano circa le 11.30 - racconta Sebastiano Salvatore, elettricista di Sant'Amato - e ci stavamo preparando per andare al mare, quando, laggiù in fondo, abbiamo notato un focherello". Che, sospinto e alimentato dal vento cocente, non ci ha impiegato molto a diventare un incendio mostruoso che ha attaccato costoni, che ha mangiato terreni agricoli, che ha circondato case. "Aiutato da mio padre - aggiunge - ho preso il trattore per creare strade tagliafuoco attorno all'abitazione. Ad un certo punto, - rammenta - le fiamme erano alte fino a 60-70 metri ed avanzavano. E’ stato l'inferno - prosegue -. Siamo riusciti per fortuna a salvarci, a mettere in sicurezza gli animali. Bruciati gli ulivi". "Momenti tremendi - gli fa eco la moglie, Sonia Pezzetti -: siamo stati miracolati".
Tante le famiglie evacuate, tra pianti e paura. Tante costrette allo sgombero perché il fuoco, che saliva violentissimo, era un grave pericolo. "Ho 67 anni - spiega Romano Quirino, carrozziere - e spero di non vivere mai più un disastro del genere. Ero ad un matrimonio quando mi hanno avvisato: sono rientrato immediatamente. Temevo per casa, appena ristrutturata". Danni all’attività, ad un tendone, ignifugo, che è stato squarciato dai lanci dei canadair (vedi foto) che hanno evitato che le fiamme si fiondassero su gomme accatastate e vetture da risistemare e vendere. "Ma due trattori d’epoca, un Om e un Unimog, che erano qui per il restauro, sono diventati ferraglia nera". Distrutti anche il furgone di un commerciante e una Hunday di Giovanni Roselli, vettura di cui è rimasta la carcassa. "Una catastrofe - urla l’uomo (vedi foto, maglia rossa ) -. Quando l’incendio imperversava ci è stata tolta l’acqua. Non abbiamo nemmeno potuto riempire un secchio o attivarci con i tubi per difenderci. Un bruciatore per il riscaldamento, del costo di 12 mila euro, si è... disciolto; arsi 1.200 balle di fieno e attrezzi agricoli che erano in una rimessa della quale sono rimaste lamiere penzolanti". Il fuoco si è fermato davanti alla porta di casa: ha piegato anche le tapparelle di alcune finestre.
Sconquassata la piazzetta di Sant'Amato e l'area sottostante, a tratti, fuma ancora. Sulla strada principale è un andirivieni di mezzi della Protezione civile, dei pompieri, delle forze dell'ordine. Che effettuano controlli e ricognizioni. Ci sono anche i carabinieri forestali, che stanno facendo indagini. E, dai primi riscontri, prende corpo l'ipotesi della natura dolosa del rogo, appiccato di proposito, con un accendino. I militari, agli ordini del tenente colonnello Tiziana Altea, stanno cercando, raccogliendo e fotografando tracce e indizi. Oggi una pattuglia della stazione di Torricella Peligna era in giro ad ascoltare i residenti.
Il sindaco, Mario Pupillo, sui social, parla di "grande incendio" con "ingenti danni alle coltivazioni", alla pubblica illuminazione, alle linee elettriche e a quelle telefoniche. "Alcuni focolai - evidenzia - sono ripartiti, ma prontamente spenti dai vigili del fuoco. Ora - prosegue - bisogna rimboccarsi le maniche e contare i danni a vigneti e uliveti. Ma è straordinaria la forza di alcuni concittadini, già al lavoro per sistemare il possibile...". Gli agricoltori tra i più colpiti da quanto avvenuto. "Stagione olearia sul terreno di Sant'Amato conclusa - scrive su Facebook il consigliere comunale Piero Cotelessa - . Mi dispiace soprattutto per le giovani piante messe a dimora in primavera e i due innesti di cucco che erano partiti bene...". "Danneggiati centinaia di alberi di ulivo - rileva Francesco Trave - ma poteva davvero andare peggio...". 23 ago. 2021
Serena Giannico
@RIPRODUZIONE VIETATA