Aggrappate alla bara che sta dentro il carro funebre. Non riescono a staccarsene, l'accarezzano. Lo strazio si consuma davanti alla chiesa di San Rocco, nel centro di Mozzagrogna (Ch), all'arrivo del feretro dall'ospedale "Mazzoni" di Ascoli Piceno.

Cominciano in ritardo i funerali del maresciallo dei carabinieri Antonio Cianfrone, 50 anni, ucciso il 3 giugno scorso a Pagliare del Tronto, nel comune di Spinetoli, mentre, di mattina, di buon'ora, faceva footing sulla pista ciclopedonale. Ammazzato con quattro colpi di pistola. Il corteo, partito dalle Marche, è stato rallentato da code e qualche piccolo incidente sull'autostrada A14.

Distrutte le due sorelle, si stringono alla cassa in un abbraccio con quel fratello che non c'è più. Che è stato strappato loro con violenza. Piangono disperate, con una sofferenza che fluisce dritto dall'animo. "Perché, perché... Io non mi muovo da qui...", sussurra Francesca. "Non mi sembra vero che sta chiuso lì dentro... Non si può uccidere un innocente", afferma Sandra, attorniata da diversi colleghi della Sevel di Atessa (Ch) dove lavora. 

A dare l'addio all'ex vice comandante della stazione di Monsampolo, dove attualmente risiedeva, sono arrivati in molti. Ci sono anche la compagna Tiziana, i figli Luca e Manila, che tengono stretti ritratti del padre, tutti i parenti e i tanti che, nonostante avesse lasciato l'Abruzzo da tempo, hanno continuato a volergli bene e a stimarlo. "E' l'intera comunità - dichiara il sindaco di Mozzagrogna, Tommaso Schips - che si stringe alla famiglia. L'abbiamo visto andare via pieno di speranze e di gioie... E ora è tornato così... E' davvero molto triste... Speriamo sia fatta giustizia". C'è anche il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio... "Non lo vedevo da tanto, ma ci conoscevamo da ragazzi", dichiara. 

Gremita la piazza davanti al municipio e alla chiesa. I volti dietro alle mascherine. E ad occhiali scuri. A vigilare i carabinieri di Fossacesia, la Protezione civile e la polizia municipale. Solo in 56, stando alle norme anti Covid 19, possono entrare nel santuario per la messa. Ma c'è un altoparlante esterno che replica le parole del sacerdote, don Juan Mabaha Indong Bilogo, della Guinea Equatoriale. 

Sulla bara la bandiera tricolore e l'immagine di un giovanissimo Cianfrone in divisa. Ai suoi piedi, fiori a forma di cuore e altre foto. Il parroco parla di "un momento oscuro". "Per i familiari - sostiene - ci deve'essere la consolazione, che trasforma il dolore in speranza e la morte in vita". 

Ci sono i palloncini, rossi e blu, i colori dell'Arma dei carabinieri, con un tocco di bianco. Vengono fatti volare via da due bambini mentre la bara spunta fuori, dopo la cerimonia. C'è un'altra benedizione, ci sono preghiere. C'è un applauso...

La tumulazione sarà nella tomba di famiglia, accanto ai suoi genitori, al quale era sempre stato profondamente legato. "Riposa in pace, Antonio". 

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Video a cura di Massimiliano Brutti

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