Femminicidi in Abruzzo. 'Per quelle donne ammazzate, ci sia giustizia'. Sit in a Pescara
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"Certezza della pena" e poi "Giustizia per Anna. Anna nei nostri cuori". Striscioni, questa mattina, davanti al tribunale di Pescara, nel corso del sit-in organizzato dal coordinamento "Codice Rosso" in occasione della "Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne". Attenzione particolare sul caso  di Anna Carlini, stuprata e trovata priva di vita, lungo il tunnel della stazione ferroviaria di Pescara, nell'agosto 2017.

Presenti, alla manifestazione, i familiari delle donne assassinate in Abruzzo. Le vittime di femminicidio sono state ricordate, con foto e nome, attraverso l'esposizione di uno striscione nero. Nell'elenco i nomi di Melania Rea, Aliona Oleinic, Jennifer Sterlecchini, Mihaela Roua, Giulia Di Sabatino, Ester Pasqualoni, Monia Di Domenico, Fatime e Senade Selmanaj, Laura Pezzella, Letizia Primiterra e Anna Carlini.

"I familiari delle vittime si sono stretti l'uno con l'altro per darsi forza, perché ognuno di loro chiede verità e giustizia, e vive per avere un po' di giustizia -  ha detto Adele Di Rocco, di "Codice Rosso" -. La magistratura deve dare un segnale forte, facendo sì che i responsabili paghino senza sconti. A partire dal caso di Anna Carlini - ha aggiunto - che è stata assassinata, ma le imputazioni sono di omissione di soccorso e non di omicidio". "Mia sorella è stata ammazzata, due figli non hanno più una madre, che a sua volta era anche figlia e sorella", ha evidenziato la sorella Isabella Martello. 

 "Ci dovremmo battere anche per la certezza della pena, perché non si possono più accettare permessi premi e sconti di pena, mentre mia figlia è sotto terra. Non ci stiamo più": così Fabiola Bacci, madre di Jennifer Sterlecchini, la ragazza di 26 anni uccisa con 17 coltellate, a Pescara nel dicembre 2016, dall'ex fidanzato Davide Troilo, condannato a 30 anni di reclusione.

"Non abbiamo più parole, ci sentiamo sole e nessuno ci aiuta - ha sottolineato la donna -. Questa battaglia dobbiamo portarla avanti da soli, è una battaglia contro i muri, ma tutte le forze che abbiamo le spendiamo". Alla manifestazione hanno preso parte anche i genitori di Giulia Di Sabatino, la ragazza di Tortoreto (Teramo) precipitata da un cavalcavia dell'A14 nel settembre 2015. Per questa vicenda c'erano stati inizialmente tre indagati, con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio, ma il gip del tribunale di Teramo ha disposto l'archiviazione del caso. "Hanno archiviato senza una spiegazione - afferma la madre della giovane, Mery Koci -. E' stato come se mia figlia non fosse mai esistita, mentre hanno lasciato a piede libero dei delinquenti".

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