Coronavirus. 'La seconda ondata in Abruzzo è arrivata'
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"Pensavamo che l’emergenza fosse terminata a luglio con zero contagi e che, con un po’ di ottimismo, non tornasse più". Ed invece "la tanto temuta seconda ondata è arrivata. I numeri ormai consolidati lo dimostrano, in Abruzzo come nel resto del Paese".

Marco Marsilio, presidente della Regione, deve prendere atto della mutata situazione da settimane e lo fa, a L'Aquila, a margine di una riunione con i rappresentanti delle prefetture, i presidenti delle Province, i questori, i sindaci di L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, i direttori generali delle Asl, i rappresentanti del centro zooprofilattico. Presenti anche l'assessore alla sanità Nicoletta Verì e il direttore dell'Agenzia regionale di Protezione civile, Mauro Casinghini, e Alberto Albani, capo della task force regionale sanitaria.

I numeri parlano chiaro, non siamo certo nel disastro e le due ondate sono differenti, soprattutto per l’approccio sui positivi. "Abbiamo preso ad esempio due giornate simili - spiega Marsilio -. La giornata di ieri con 77 nuovi contagiati e quella del 23 marzo con 76 positivi. A marzo avevamo fatto 299 tamponi e oltre il 25 per cento delle persone sottoposte a test era positiva con 38 morti nello stesso giorno. Ieri abbiamo registrato zero morti; 2.278 i tamponi somministrati, per un 3.4 per cento di positivi. A marzo, 52 ricoverati in terapia intensiva, ieri solo 8. Oggi sono 11. Allora 228 erano i ricoverati in terapia non intensiva oggi sono la metà".

Ciò significa "che abbiamo sviluppato una grande capacità di intercettare i malati. Prima si facevano i tamponi solo su quelli che mostravano grossi sintomi, mentre i familiari venivano messi in quarantena. Oggi le persone vicine ai contagiati vengono sottoposte a loro volta a tampone. Se positive, più del 90 per cento non sviluppa sintomi. Possono restare a casa a gestire il periodo di quarantena. Ora abbiamo terapie farmacologiche antivirali efficaci, più avanzate rispetto a marzo", dice ancora il governatore. Consapevolezza dunque di non vagare più nel buio di un virus prima sconosciuto ed oggi in grado di essere "tracciato".

E' la responsabilità - secondo Marsilio – l’aiuto in campo più prezioso, dopo quello sanitario "Evitiamo atteggiamenti che possono arrecare danni incalcolabili - è l'appello - . Alzando il livello dell’attenzione eviteremo restrizioni più dolorose. Nel giro di tre mesi abbiamo moltiplicato per dieci il numero dei contagi. Dobbiamo imparare a convivere con questo nemico invisibile fino a quando non avremo disponibilità di un vaccino".

Calma e sangue freddo, ancora Marsilio: "Non dobbiamo farci impressionare dai numeri anche se dobbiamo mantenere alta la vigilanza per evitare che un aumento possa portare provvedimenti restrittivi che sarebbero davvero pesanti ed onerosi per la tenuta economica e sociale del nostro territorio. Mi raccomando soprattutto ai giovani che pensavano di essere immuni. Invece si è abbassata l’età media. Possono trasmetterla a genitori e ai nonni. Attenzione ad evitare assembramenti, non avere superficialità nelle serate tra amici, mantenere la distanza e la protezione individuale".

Alessandro Di Matteo

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