Anziani non autosufficienti ben curati, ma la casa albergo non aveva i permessi necessari. Alla fine gestore assolto, perché i fatti non sussistono, dalle accuse di esercizio abusivo della professione e abbandono di incapaci.
Lo ha deciso il gup del tribunale di Lanciano, Giovanni Nappi, nel rito abbreviato. Imputato era S.I ., 56 anni, di Atessa (Ch), presidente della cooperativa sociale l’Assistenza, difeso dagli avvocati Angelo Manzi e Alderico Di Giovanni. A seguito di ispezione dei carabinieri del Nas, il 17 dicembre 2017, si accertò che nella casa albergo "Di Giuseppe" di Palombaro (Ch) tra i 31 ospiti presenti, cinque non erano autosufficienti e non potevano stare lì, ma solo in una residenza protetta. La struttura era autorizzata come residenza anziani non come Rsa. In giudizio è comunque emerso che il livello di assistenza prestato era adeguato e che il centro era per loro ideoneo, con ascensore, bagno per disabili in ogni camera, personale qualificato; solo che non aveva l'autorizzazione, richiesta ma non ancora approvata.
Dopo i controlli dei militari è stato dato l'ok alla permanenza dei cinque pensionati per altri 180 giorni, in attesa dell'arrivo dell’autorizzazione o di altra sistemazione che Asl e familiari non erano in grado di fornire. L’imputato aveva persino avvisato i familiari della necessità di trasferire i pazienti senza ottenere interessamento perché impossibilitati a tenerli in casa e a trovare un posto che li accogliesse in maniera adeguata, anche per l'alto costo che non tutti si potevano permettere.
"Vicenda a lieto fine – commenta l'avvocato Manzi -, con il mio assistito che si è trovato invischiato in un processo nonostante avesse offerto agli anziani un’assistenza adeguata, anche in seguito all'ispezione, in una situazione complessiva di carenza di posti letto". L'unico teste è stato il direttore del presidio di Casoli, Fioravante Di Giovanni, che verificata la situazione aveva autorizzato la permanenza degli anziani. 09 feb. 2022
Walter Berghella
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