Opere d’arte, gioielli, tappeti di pregio, case: lo Stato mette definitivamente le mani sul "tesoro" di Vincenzo Angelini, imprenditore della sanità abruzzese che il 14 luglio 2008, con le proprie accuse, fece saltare la Giunta regionale d'Abruzzo con a capo Ottaviano Del Turco.
L’ex titolare della clinica privata "Villa Pini" di Chieti rivelò ai magistrati di aver pagato tangenti per 15 milioni di euro in cambio di favori. Tantissime delle accuse non trovarono riscontro, tant'è che per moltissimi capi di imputazione Del Turco venne assolto.
E’ da ieri che, a seguito di provvedimento del procuratore capo di Chieti, Francesco Testa, i carabinieri, anche con il Nucleo Tutela del patrimonio, stanno mettendo sigilli ad alcune sue abitazioni - a Pescara, a Chieti e a Francavilla al Mare - e portando via camion di beni. Trovati anche oro e pietre preziose. La confisca è giunta dopo che la Cassazione ha condannato in via definitiva l’ex patron delle cliniche private per una maxi truffa alla Regione e ha disposto anche la confisca di beni per 32 milioni.
Secondo i giudici la casa di cura "Villa Pini" tra il 2005 e il 2007, negli anni d’oro, ha svolto "attività sanitaria non coperta da autorizzazione o accreditamento provvisorio ed effettuato prestazioni a carico del sistema sanitario nazionale per discipline non accreditate quali l'ortopedia, l'oculistica, la cardiochirurgia, la chirurgia vascolare, la cardiologia, l'otorinolaringoiatria, le malattie e i disturbi dell'apparato riproduttivo femminile".
Falsificando cartelle cliniche e schede di ricovero dei pazienti è arrivato ad introitare decine di milioni che non gli spettavano. Angelini, che è finito anche in manette per il crack, da 100 milioni, di "Villa Pini", ha già sulle spalle una condanna a 10 anni di carcere per bancarotta fraudolenta, ridotta in appello a 8 anni, verdetto confermato dalla Cassazione e per il quale è attualmente ai domiciliari. Adesso è definitiva anche la condanna per la maxi truffa alla Regione. In passato Angelini, resosi conto che il patrimonio milionario accumulato nel corso degli anni era in pericolo per via delle inchieste della magistratura, ha anche provato a far sparire parte di esso. Ma è stato bloccato dalla Guardia di finanza che si è imbattuta in quadri di arte antica, mobilio di pregio, materiali archeologici, argenterie e in una pinacoteca privata composta da capolavori di inestimabile valore. 10 apr. 2021
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