Della sua esistenza si sapeva già da molti anni, perché citata da studiosi su antichi documenti. Oggi, finalmente, è tornata alla luce, grazie alle meticolose ricerche sul campo eseguite dall’Archeoclub di Lanciano (Ch).
Stiamo parlando della chiesa di Santa Maria dei Greci, per secoli nascosta, a Fossacesia (Ch), sotto una fitta ed impenetrabile vegetazione, ma adesso perfettamente visibile all’esterno. Santa Maria dei Greci era una piccola basilica, con le sue tre absidi rivolte ad oriente, poggiata probabilmente su un antico tempio dorico.
Il primo storico a parlare dell’antica basilica fu il celebre Domenico Romanelli nella “Topografia historica” del Regno di Napoli. Le ricerche, portate avanti dai soci dell’Archeoclub di Lanciano, sono state eseguite sul territorio compreso tra Fossacesia e la foce del fiume Sangro. E finalmente, su un terreno privato, sono sbucati i resti del tempio, coperto dal verde, ora ben visibili soprattutto nella forma dell’abside.
La struttura, situata a poca distanza dall’abbazia di San Giovanni in Venere, è costituita da una importante triplice abside, ed è situata su colle Pecorai in località Fosso Palazzo. Zona un tempo di grande importanza perché posta nelle vicinanze di Portus Veneris, approdo fondamentale così come quello di Gualdo di San Vito, quest’ultimo reso famoso grazie alle famose fiere denominate “nundinae” di Lanciano.
“Noi dell’Archeoclub – spiega Umberto Nasuti, presidente del sodalizio – abbiamo eseguito approfondite ricerche al fine di trovare i resti della chiesa. L’abbiamo cercata tantissimo per anni in queste campagne perché si diceva che era qui vicino alla foce del Sangro". I resti murari venuti alla luce sono stati puliti accuratamente per cui oggi si riesce a vedere finalmente l’abside. Le dimensioni dell’ingombro della chiesa sono davvero notevoli e stranamente le absidi hanno lo stesso orientamento di quelle dell’abbazia di San Giovanni in Venere che dista un paio di chilometri.
Del ritrovamento l’Archeoclub di Lanciano ha informato il Comune di Fossacesia e la Soprintendenza archeologica di Chieti, al fine di favorire ulteriori ricerche ed ispezioni con eventuali altri scavi archeologici. Probabilmente l’antica chiesa fu abbandonata a partire dal XV secolo. 11 nov. 2024
VITO SBROCCHI
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