Omicidio Anna Maria D'Eliseo. 'Di Nunzio affetto da disturbi psichiatrici': in Corte d'Assise sfilano i primi testi

Al Centro di igiene mentale di Lanciano (Ch), Aldo Rodolfo Di Nunzio è stato in cura, come paziente psichiatrico, per disturbo bipolare maniacale, patologia che si caratterizza per la presenza di profondi e prolungati periodi di depressione alternati a stati emozionali caratterizzati da disagio, sconforto e irritabilità. 

E' quanto emerge tra le pieghe del processo in cui l'uomo, 72 anni, di Lanciano (Ch) è accusato di aver ammazzato la moglie, Anna Maria D'Eliseo, 60 anni, strangolandola, con un filo della corrente elettrica, dello spessore di circa due millimetri e mezzo. Di Nunzio, recluso nel carcere di Teramo, deve rispondere di omicidio volontario aggravato dal rapporto di coniugio, delitto avvenuto nella cantina - garage dell’abitazione di famiglia, in località Iconicella di Lanciano.

Questa mattina, nella seconda udienza, in Corte d'Assise a Lanciano (Ch), presidente Giovanni Nappi, si è accennato alle condizioni mentali dell'imputato. La cartella clinica è stata acquisita dal maresciallo Armando Pizzolla, che ha reso noto la situazione sanitaria dell’ex ispettore dei vigili del fuoco. Anche la vittima - è stato detto - si era fatta visitare per depressione, ma non era in carico al Cim. 

Oggi ha preso avvio la fase istruttoria del processo con l'escussione dei primi quattro testi del pubblico ministero Mirvana Di Serio. Tre militari, il maresciallo Pasquale Attimonelli, lo stesso Pizzolla e il luogotenente Gianluca Presutti hanno raccontato lo stato dei luoghi, al loro arrivo, nel seminterrato, il giorno dell'assassinio, il 15 luglio 2022, con la donna che giaceva esanime a terra. Seminterrato buio, c'era solo una lampada accesa, e collegato con il primo piano di casa da una scala interna. Ad allertare i militari, con una confusa e agitata telefonata giunta al 112 alle 13.08, e raccolta al centralino della caserma dall'appuntato scelto Antonio Delle Monache, era stato proprio Di Nunzio, con la frase: "Mia moglie si è impiccata".

Nel vano, è stato riferito, non c’erano ganci sul soffitto e tutto era coperto da un ammasso di ragnatele. Lei era sul pavimento, senza vita, e il coniuge ha riferito che attorno al collo aveva trovato otto giri di fili della luce, di colore giallo- verde, che aveva rimosso nel tentativo di salvarla. Sul posto c'erano fili elettrici spezzettati, tagliati anche dai sanitari del 118 per poter intervenire. C'era anche una scala a forbice, su cui, secondo Di Nunzio, la moglie sarebbe salita per uccidersi.

Presutti ha ispezionato la villa e le pertinenze notando due telecamere, una posteriore e una anteriore, nel vialetto di accesso: quest'ultima aveva l’audio. Acquisite le due micro sd e audio ascoltato con uno smartphone...  "Nella registrazione, alle 13.06, si sentono gemiti, grida e due minuti più tardi altri lamenti.... Si sente anche Di Nunzio chiedere aiuto urlando alle 13.23", viene riferito in aula.

I carabinieri, quel caldo giorno, si sono insospettiti, hanno fiutato che qualcosa non quadrava nello scenario che si presentava loro davanti. Dubbi rinforzati anche da alcuni figli della coppia che erano presenti.

La Corte ha aggiornato al 5 luglio, con cinque testi del Ris e della Scientifica. Per il difensore Alberto Paone: "In cantina un gancio c’era ed era della lampadina, quanto ai problemi psichici non sono gravi".  14 giu. 2024

SERENA GIANNICO

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