Dopo i 5Stelle, anche il Pd, con tutti i suoi sindaci e amministratori, attacca la Regione Abruzzo che, dice, ha emanato "ben tre ordinanze senza averle concertate con nessuna rappresentanza dei sindaci, anticipando le disposizioni dell'ultimo provvedimento del Governo che entrerà in vigore lunedì 4 maggio". Ma il presidente Marco Marsilio non ci sta e replica.
Si tratta, secondo il Partito democratico, "di una condotta pericolosa che genera confusione nei cittadini e costringe le amministrazioni locali a dare chiarimenti e risposte su qualcosa che si è visto calare dall'alto senza nessuna condivisione. E' un fatto molto grave che, in una fase nella quale è necessario mantenere una linea comune e dare segnali univoci alla popolazione, si voglia mettere in piazza e sulla pelle dei cittadini uno scontro che è tutto e solo politico nel quale la Regione targata Meloni - Marsilio tenta una fuga in avanti su temi così delicati".
"D'altra parte, da chi rivendica attenzione al lavoro delle forze dell'ordine - prosegue - ci si aspetterebbe altro. Le ordinanze regionali mettono in grande difficoltà chi deve esercitare i controlli. C'è inoltre un aspetto giuridico: queste misure appaiono illegittime alla luce degli atti del Governo che giustificano solo misure più restrittive". Si chiede quindi la "revoca immediata di queste decisioni e di aprire un tavolo permanente di confronto per le decisioni che coinvolgono i territori".
Di caos e di (dis)ordinanze, invece, ha parlato il M5s, che sottolinea che i provvedimenti presi, troppo presto, rischiano di far ripartire i contagi.
Ma Marsilio rimanda le accuse al mittente. "Caos e 'disordine' che le recenti ordinanze avrebbero creato - dice - stanno solo nella testa dell'opposizione, che alimenta la confusione per fare propaganda. Basterebbe alzare lo sguardo dal proprio ristretto cortile per accorgersi che in Abruzzo non avviene nulla di 'eversivo' né di 'pericoloso'. D'altronde, dopo giorni e giorni che i governatori delle Regioni sono stati messi sul banco degli imputati perché 'rei' di 'sfidare' il Governo 'buono e coscienzioso', è stato lo stesso ministro Boccia (Pd) a riconoscere che il 95% delle disposizioni emanate sono coerenti con i decreti del premier Conte".
Decisioni simili - puntualizza Marsilio - sono state prese anche in altre regioni "a guida Pd e 'fedeli' al Governo Conte. Basta leggere sulle cronache di come i cittadini pugliesi (con il lungomare di Bari 'preso d'assalto') e toscani hanno trascorso la giornata del primo maggio passeggiando o andando a pesca. Giusto per fare qualche esempio: anche in Puglia sono stati consentiti interventi di sistemazione, manutenzione e pulizia delle attività ricettive all'aperto, non solo quindi delle spiagge; un'ordinanza del presidente Michele Emiliano ha riavviato le attività di bar, pub ristoranti e gelaterie, mantenendo come in Abruzzo il divieto di consumo in loco; ha disposto l'attività di toelettatura degli animali, la manutenzione delle imbarcazioni, l'accesso ai cimiteri. La Regione Marche, una delle prime zone rosse del centro Italia a causa dei focolai, ha emesso un'ordinanza che consente le attività di asporto e l'apertura degli alimentari anche nei giorni di domenica. Il segretario nazionale del Pd, Zingaretti, consente nel Lazio l'asporto dei cibi, la manutenzione dei natanti, dei campeggi e degli stabilimenti. Ma evidentemente - conclude Marsilio - per il Pd abruzzese quello che è vietato 'ordinare' a Marsilio è invece consentito e benedetto se lo fanno Zingaretti o Bonaccini, che in Emilia Romagna si appresta a riaprire anche le biblioteche e revoca misure restrittive a Piacenza. Quello che è 'pericoloso' in Abruzzo diventa 'sano' nelle rosse Emilia e Toscana o nella capitale".
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