Manca un candidato unitario a Lanciano (Ch) per le prossime lezioni comunali.
Ma potrebbe nascere la lista che metterebbe d’accordo tutti. Essa potrebbe essere costituita da tutti gli innumerevoli candidati a sindaco, ossia Danilo Ranieri (da poco però ufficialmente candidato della Lega), Paolo Bomba (Fratelli D’Italia), Filippo Paolini (Civico o Forza Italia), Leo Marongiu e Dora Bendotti (Centrosinistra), Giacinto Verna (Progetto Lanciano), forse Tonia Paolucci (Libertà in Azione), poi ancora (in ordine rigorosamente alfabetico) Donato Di Campli, Ivaldo Rulli e Alessandro Troilo. Se c’è qualche altro candidato la lista potrebbe allungarsi e finalmente completarsi. Sarebbe una grande coalizione ed ognuno porterebbe il meglio dalla propria esperienza (politica, imprenditoriale o professionale). Lanciano sarebbe un unicum nazionale. Fra ironia e realtà è questo in sintesi ciò che sta accadendo in città con un ventaglio di candidati che, come funghi, spuntano quotidianamente nel campo della politica cittadina. Ora "il filo sta a filo, il piombo sta a piombo ma il muro è storto", dice il detto popolare. Il muro nel caso è però il candidato di una coalizione politica. Uno vero. Di centrodestra o centrosinistra o indipendente. Zero assoluto per ora.
Ricapitoliamo.
Il centrodestra è una potenziale coalizione. Ma se non c’è unitarietà su un nome, il vantaggio per il centrosinistra è sostanzioso. Lo sanno tutti. E perdere ancora, dopo due tornate, sarebbe un incubo da scongiurare (così dicono). Ma non basta il desiderio di vincere. Vince chi riporta più voti e chi lavora in coalizione. Chi ricorda le due precedenti campagne amministrative sa cosa significa "potenzialmente" vincere e sostanzialmente uscire sconfitti (fra ripicche e astensione nel ballottaggio…). La discesa in campo ufficiale di Danilo Ranieri (Lega) nelle scorse ore spariglia le carte sui tavoli delle trattative. Non più a tirare i petali della margherita con "io sì, no tu" a candidato sindaco, "ah, no aspettiamo i vertici regionali", "macché, decidiamo qui in città". Ranieri adesso deve tirar fuori mediazione e pazienza con Fratelli d’Italia che si sentirà scavalcata. Forza Italia e Udc se non ci ripensano all’ultimo lo appoggiano. Ma c’è confusione e non si amano. Lega e Fratelli d’Italia si sfidano. In città "non c’è bisogno di esperimenti ma di una persona di lunga e solida esperienza amministrativa, perfettamente consapevole di ciò di cui la città ha bisogno. Quella persona per noi è Paolo Bomba": così poche ore dopo Etelwardo Sigismondi, coordinatore abruzzese di Fratelli d’Italia. Paolo Bomba aspira a coronare sullo scranno più alto del Palazzo di città, dopo la sua carriera politica di vice-sindaco e assessore nella Giunta Paolini degli anni 2000. Ora deve confrontarsi con Ranieri non più a livello ufficioso o di incontri interlocutori. La candidatura a sindaco è una rosa, con tante spine e (troppi) arbusti. Sarà necessaria una forte mediazione.
Filippo Paolini è stato il sindaco dell’inizio del terzo Millennio in città, 10 anni in quota Forza Italia, ha sfiorato pure il seggio in Senato. Sarebbe l’eventuale Allegri del centrodestra lancianese (se Allegri torna alla Juve). Con una sua lista di fedelissimi è già pronto fra "rinnovamento ed esperienza" a scendere in campo. Certamente non per essere "fuoco amico" all’interno del centrodestra, tutt’al più per essere il valore aggiunto alla coalizione. Se credono ancora in lui. Altrimenti non ha bisogno di gettarsi in una estenuante nuova esperienza politica che toglie "pace e sonno".
Il centrosinistra è una coalizione che potrebbe, al contrario, perdere potenzialità derivante da 10 anni di governo se…. "le ambizioni diventano divergenze incolmabili". Leo Marongiu è il candidato del Partito democratico. Attuale presidente del Consiglio comunale; da anni "lavora" dentro la macchina amministrativa come consigliere. Ha visto il Pd locale crescere. Nonostante la sua giovane età, "ci ha messo la faccia" sin da quando è stato segretario cittadino.
Lanciata dal sindaco uscente Mario Pupillo, Dora Bendotti (Lanciano in Comune) dal 2011 è assessore alle Politiche sociali. Desidera, politicamente, capitalizzare esperienza e ambizione ed essere il primo sindaco donna della città. Se non trova la sintesi con Marongiu (quest’ultimo ha anche l’appoggio di altre liste di sinistra) rischia di correre da sola.
Giacinto Verna non ha mai nascosto – da vice sindaco – di ambire ad eliminare la parola vice con le votazioni amministrative. Lavora col suo gruppo per trovare la "quadra" nella coalizione di centrosinistra-liste civiche. Il suo gruppo è stato in tutte e due le tornate amministrative decisivo per la vittoria. Ha l’onere di ristrutturare un gruppo che paga la scomparsa di Pino Valente.
Outsider.
Tonia Paolucci da quando ha fiutato confusione nel centrodestra si è tirata indietro. Si è seduta alla poltrona "per godersi lo spettacolo coi popcorn", fra nomi che escono come al mattino (e poi eclissano) e "totale mancanza di progettualità". Si candida? Non si candida? "Attendere che sorga il sole della chiarezza è il minino", ci dichiara. Per ora la poltrona è ancora occupata per lo spettacolo. Po si vedrà. Ma non troppo in là. I tempi stringono e il suo telefono si surriscalda ogni giorno di più.
Donato Di Campli, avvocato ed imprenditore di successo, è il nome che è diventato "uno che ci vuol provare". Ma per correre devi avere i cavalli e la carrozza buona. Non bastano i proclami o i social: è necessario coniugare appeal, esperienza e coesione politica. Non vince chi è il più forte o il migliore. Vince chi "riporta più voti". Lo spingono ad esporsi di più per vedere se può essere lui un altro candidato. Afferma fra i suoi amici di avere 2 o 3 liste già pronte, fa circolare nomi e cognomi ed in ogni caso mette tutti sull’attenti: "Se il gruppo della Lega, con la candidatura di Ranieri, pensa di aver tagliato definitivamente la strada ad altri concorrenti, soprattutto per quanto riguarda la figura del leader unitario della coalizione di centrodestra, si sbaglia di grosso. Rispetto tutti ma non mi inchino a nessuno". Nel centrosinistra, in silenzio, sperano in una sua candidatura civica.
Ivaldo Rulli, medico veterinario e dirigente Asl, nonché cabarettista, c’è. O almeno così ha dichiarato nei giorni scorsi. Ha la lista "Rilanciamo Lanciano" pronta. Già però nella precedente campagna per le Comunali aveva paventato una sua candidatura. Se stavolta fa sul serio non sarà il candidato di centrodestra. Magari un candidato di disturbo per sottrarre voti. E lottare per una "nuova" Lanciano.
Alessandro Troilo, anch’egli avvocato e noto in città, è un nome che torna e sparisce, muore e rinasce. All’inizio doveva essere, secondo i rumors di corridoio, il candidato della Lega. Poi la virata di quest’ultima mesi fa decisa su Danilo Ranieri, lo ha messo fuori campo. Mai definitivamente. Ha una sua lista civica "Libera scelta" per fare ago della bilancia?
Tutte le coalizioni dichiarano di voler chiudere la partita della candidatura unitaria a breve, brevissimo. Questione di una, massimo due settimane. E mentre sui social si dibatte sugli aggettivi che dovrà avere il candidato sindaco (nuovo, capace, autorevole, indipendente dai “baroni” della politica regionale) sul tavolo della politica, per chi di dovrà tirarsi indietro nella bagarre, bisognerà preparare una contropartita politica sostanziosa. Poi magari si scoprirà chi al "tavolo da poker della candidatura a sindaco" giocava, bleffava o faceva sul serio. 10 mag. 2021
Alessandro Di Matteo
@RIPRODUZIONE RISERVATA