'Troppo cemento': il nuovo Piano regolatore di Ortona non piace a Provincia, Soprintendenza e Asl

Pesanti censure, lacune e criticità sono state evidenziate da Soprintendenza, Asl e Provincia di Chieti. Pioggia di critiche, quindi, per il nuovo Piano regolatore generale di Ortona (Ch).

Stando al parere degli enti, il futuro strumento urbanistico contiene troppo cemento e previsioni di espansione esagerate rispetto alle reali necessità. Sulla questione torna in campo anche il coordinamento ambientalista TuViVa, che scrive al Comune per chiedere di ripartire da zero con la proposta di nuovo Prg, dopo i pesantissimi rilievi e le prescrizioni formulati dalle autorità.

In particolare la Soprintendenza ha bocciato in toto le aree di espansione delle frazioni; ha chiesto lo stralcio delle previsioni di alcune categorie di impianti turistici dalla zona costiera, di ridurre in generale la pressione edilizia con ulteriori stralci totali o parziali di insediamenti previsti in aree vincolate o di alto valore paesaggistico. Ancora più dura la posizione della Provincia che nel suo parere ha ribadito le prescrizioni del 2011 in occasione della creazione del Prg di allora, in quanto la proposta oggi in discussione non si è conformata a quanto richiesto già dieci anni fa.

Già all’epoca la Provincia bocciava gli atti, lamentando l’eccesso di cemento a fronte di analisi territoriale e demografica incongrua. Infine la Asl ha rilevato importanti lacune: dalle aree di rispetto dell’impianto Eni, che sono a rischio di incidente rilevante; ai corridoi, con relative fasce di rispetto, degli elettrodotti e altre questioni attinenti la tutela della salute pubblica.

Il nuovo Piano prevede decine di ettari di cementificazione, anche in luoghi come l’ingresso alle riserve dell’Acquabella e di Ripari di Giobbe. "Ortona – sottolinea TuViVa – ha già consumato il 13 per cento del proprio suolo, contro la media nazionale del 7 per cento e regionale del 5 per cento. Quindi le uniche opzioni possibili sono quelle del consumo di suolo zero, con recupero del centro storico, degli edifici abbandonati e della rinaturalizzazione del territorio dove possibile". Tutto sbagliato, quindi, tutto da rifare. 14 dic. 2021

Vito Sbrocchi

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