Bussi sul Tirino. 'Edison responsabile dell'inquinamento del polo industriale'

Ancora Edison... Ancora Bussi sul Tirino... La Provincia di Pescara, l'ente che secondo il Testo unico ambientale è l'organo dello Stato preposto ad individuare le responsabilità amministrative in materia, dopo lunghi accertamenti, richiesti dal ministero dell'Ambiente il 22 giugno 2018, ha emesso l'ordinanza nella quale individua in Edison Spa il responsabile della contaminazione del polo industriale di Bussi, di circa 25 ettari. 

Dopo l'esame, tramite la polizia provinciale, di verbali, piani di caratterizzazione, conferenze di servizio, monitoraggi e fascicoli processuali, relazioni Arta (Agenzia regionale tutela ambientale) e Ispra, in 48 pagine viene riassunta la "drammatica condizione" dei luoghi e ricostruite le responsabilità. "In questi anni - dice Augusto De Sanctis, del Forum Acqua Abruzzo - si è molto parlato delle tre discariche di veleni di Bussi, ma pochissimo del polo chimico, che invece è forse il cuore del problema, in quanto è l'area più vasta ed è inquinatissima, tra le peggio messe d'Italia. Erano anni che chiedevamo questo provvedimento. Lo abbiamo fatto anche lo scorso 12 dicembre davanti alla Commissione regionale d'inchiesta sui ritardi nelle bonifiche. Eravamo veramente arrabbiati anche perché per 2/3 l'area è sgombra da attività e, quindi, è da tempo immediatamente accessibile per le attività di messa in sicurezza e bonifica. Ora - aggiunge - il ministero dell'Ambiente non dorma e avvii le procedure necessarie: convochi l'azienda responsabile chiedendo di depositare il progetto di bonifica per poterlo valutare".

Le discariche - va ricordato - sono la TreMonti, di 3,3 ettari, infarcita di circa 130mila metri cubi di materiali cancerogeni e tossici, e quelle denominate 2a ( di circa 12mila metri quadrati) e 2b (di 8mila metri quadrati), collocate ai piedi del paese e "in cui sono stati smaltiti rifiuti diversi da quelli autorizzati" dalla Regione tra il 1983 e l’’88. Inoltre, come spiega la Provincia di Pescara in un'altra ordinanza del 26 giugno 2018, attorno a queste ultime, "per circa 25mila metri quadrati, sono stati depositati in modo incontrollato ingenti quantitativi" di rifiuti. E poi c’è un’altra area "utilizzata per stoccare materiale bellico chimico aggressivo (ex pirite) prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale e, successivamente, le peci clorurate pesanti provenienti dal Reparto clorometani unitamente ai rifiuti tossici e nocivi del Reparto clorosoda".

Reparti produttivi del colosso chimico Montedison, in seguito divenuta Edison, che qui ha iniziato l’attività nel 1904 e che a lungo ha fatto la fortuna di questo lembo d’Abruzzo, ma che, a quanto risulta, ha disseminato fior di veleni: arsenico, cromo esavalente, rame e zinco, mercurio, piombo, boro, idrocarburi, composti che causano tumori; e ancora, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, diclorobromometano… "Sostanze accertate nel suolo e sottosuolo e nelle falde e riconducibili ai residui del ciclo dello stabilimento".

Tutte le aree sono nel Sin (Sito di bonifica di interesse nazionale). La questione, al momento, sta proprio nel risanamento dei terreni. Per quanto concerne il deposito TreMonti, dopo il piano di caratterizzazione attuato dal commissario Adriano Goio, con capping e installazione di piezometri, il 6 agosto scorso, con decreto ministeriale, è stato approvato il progetto di Edison. Che dovrà rimuovere 112mila metri cubi di materiali interrati. E dovrà procedere ad altri interventi, per un costo complessivo che si aggira intorno ai 40 milioni.

E per le discariche 2A e 2B? Sempre a seguito di istuttoria della Provincia dovrà togliere i rifiuti e a ripristinare lo stato dei luoghi. Ma la società ha fatto ricorso prima al Tar e ora al Consiglio di Stato. Tra l'altro un documento del 4 dicembre scorso dell'Arta, riguardante i due depositi, chiusi da teloni verdi he in più punti si sono squarciati,  evidenzia che nella zona, "in falda, il pericoloso esacloroetano, nel 2017, era a 632,7 microgrammi/litro, 12.600 volte i limiti di legge. Il tetracloroetilene, un solvente cancerogeno, a 3.772 microgrammi/litro, 3.500 volte i limiti. E così via". Rilevata anche la presenza di "esacloroetano e tetracloroetilene" nelle acque superficiali del fiume Tirino e la presenza di contaminanti nell'aria. Insomma una situazione difficile e compromessa. 

Serena Giannico

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