Scoppio alla Esplodenti Sabino di Casalbordino. 'Non si può morire così': ricordo delle tre vittime

Erano "esperti formati e informati dei rischi connessi allo svolgimento delle loro mansioni". Così li definisce l'azienda per la quale lavoravano da anni, la Esplodenti Sabino di Casalbordino (Ch), dove ieri sono rimasti uccisi. Lo scoppio, improvviso, mentre stavano maneggiando e smontando grosse munizioni, forse una granata. In tre sono deceduti: Gianluca De Santis, Fernando Di Nella e Giulio Romano. 

Fernando Di Nella (nella foto a tordo nudo mentre sta al mare) aveva 62 anni. Originario di Paglieta, abitava a Lanciano (Ch), in via D’Annunzio, nel popoloso quartiere di Santa Rita. Capo reparto, era ad un passo dalla pensione, essendo tra i più anziani. La notizia della tragedia ha colpito l’intera città, tanto che il sindaco Filippo Paolini ha anche annullato, in segno di lutto, gli eventi di apertura delle Feste di Settembre. Lascia la moglie Giuliana e le figlie Monia e Sara.

Alla Sabino, nota società nata proprio a Lanciano dalla storica famiglia dei Salvatore, aveva lavorato anche il cognato, marito di Giuliana, già in pensione. Una famiglia da tempo immersa nel particolare e pericoloso lavoro. 

"L’ho incontrato qualche giorno fa e come al solito ci siamo salutati – dice il pittore argentino Roberto Gargarella, già consigliere comunale a Lanciano -. Una bravissima persona, squisita e molto stimata da tutti nell’intero quartiere; siamo rimasti sgomenti da questa tragedia”. Cordiglio espresso anche dal sindaco di Paglieta, Ernesto Graziani ,dove vive una sorella di Fernando. Sui social il saluto di molti amici: "Non ci posso credere", dice Simone, mentre Marco scrive: "Il tuo lavoro era uno dei più a rischio. Ci siamo visti poco tempo fa, ormai la pensione era lì. Poi l’infame destino. Ciao Fernando". E ancora: "Ora dai forza alle tue donne, mi stringo attorno al loro dolore". C'è anche lo sfogo della nipote Luana: "Non si può morire così, dopo tre volte che sei scampato alla morte stavolta non ce l’hai fatta zio. Vorrei solo sapere se stavolta faranno veramente qualcosa perché non è possibile morire così".

Mattia e Sara, di tre e di quattro anni da compiere, nelle braccia dei loro genitori. Sono i bimbi di Gianluca De Santis (nella foto con vestito elegante), 43 anni, molisano, di Palata (Cb), paese di 1.500 residenti. La foto dei piccoli con papà e mamma, con i festoni alle spalle, racchiude sprazzi di una serenità familiare ormai perduta. Lui viveva per loro, per la moglie Debora e per i suoi piccini che in questi giorni avevano varcato la soglia della scuola materna del paese. De Santis partiva in auto, ogni giorno, da anni, con il fratello Gabriele e il cognato, per raggiungere Casalbordino. "Era molto legato alla nostra realtà - afferma il sindaco di Palata, Maria Di Lena -, tanto che aveva deciso di comprarci casa. Una famiglia unita, bella, felice. Gianluca, poi, spiccava per il suo sorriso". A Palata si sono anche i genitori di lui.

Giulio Romano aveva 56 anni, ed era di Casalbordino, dove è molto conosciuto e dove in tanti lo piangono. Aveva prestato servizio militare a Taranto, poi lavorato a Roma, poi in realtà del Nord, quindi le trasferte per la "Esplodenti Sabino". Era appassionato di musica, e suonava in una band. Era stato un orefice, con laboratorio in centro a Casalbordino, dove aveva creato e forgiato preziosi. Era separato. Lascia una figlia e una nuova compagna con la quale si era trasferito a Scerni (Ch). Lascia anche due fratelli, Stefano Antonio e Luca, ex assessore comunale, mentre la cognata, Paola De Camillis, è presidente della squadra di calcio di Casalbordino. Lui era scampato alla morte nel 2020, quando nello stabilimento ci fu un'altra esplosione, con un'altra strage: anche allora furono tre le vittime. Un cambio turno all'ultimo momento, allora lo salvò. 14 set. 2023

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Hanno collaborato, per la parte grafica, GAETANO D'ALESSANDRO e, per il testo, WALTER BERGHELLA

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