Provincia chiude strada sulla Majelletta e isola Rifugio Pomilio. Proteste e diffide
 

Chiusa la strada per il Rifugio Pomilio (nella foto), che è ora isolato. Il provvedimento, della Provincia di Chieti, ha scatenato il putiferio. Proteste a iosa e diffide.

L'ordinanza, del 31 dicembre scorso, a firma del presidente Mario Pupillo, blocca tre chilometri di strada della provinciale 220 'della Majelletta', che da Passolanciano porta al Blockhaus. "Passano gli anni ma la storia non cambia", denuncia il consigliere regionale dei 5Stelle, Francesco Taglieri, che dice: "Si tratta di un colpo duro impartito a una zona essenziale per il nostro turismo e per l'Abruzzo. E' gravissimo vedere che, ancora oggi, l'ente preposto a garantire la sicurezza di un tratto di strada venga meno ai propri doveri e, invece di trovare una soluzione concreta, si limiti a impedirne il transito. La giunta di centro destra in Regione resta a guardare, nonostante le tante promesse fatte".

"Pupillo – prosegue – ha fatto aprire il nuovo anno a questo territorio con la peggiore delle sorprese. La motivazione con cui si spiega la scelta sta nel fatto che l'Ente Parco Nazionale della Majella, che gestiva il tratto prima di riconsegnarlo alla Provincia, non avrebbe effettuato i doverosi lavori di manutenzione. Una spiegazione che, a nostro avviso, non regge, dal momento che la Provincia è sempre rimasta 'soggetto attuatore' dei progetti di sviluppo per quel tratto di strada, e che era comunque suo dovere avere sempre un attento controllo dell'area, alla luce delle problematiche degli anni precedenti". Non possono passare neppure i veicoli di soccorso e non si tiene conto del fatto che il rifugio è punto di ritrovo per il Soccorso alpino. "L’ordinanza sancisce, inoltre, che non sia previsto il passaggio dello spazzaneve essendo la quota della strada superiore ai 1.700 metri. Una precisazione millimetrica che, se si tenesse conto della morfologia dei luoghi e del ruolo che il Rifugio è chiamato a svolgere, potrebbe essere più elastica, consentendo a tutti, operatori e turisti, di vivere la stagione invernale con i dovuti servizi". 

Ma la protesta arriva anche dal sindaco di Rapino (Ch), Rocco Micucci che in un post su Facebook comunica di aver "diffidato il presidente della Provincia a rimuovere le ordinanze appena emesse, che vietano a chiunque, perfino alle autorità locali, ai mezzi di soccorso, ai gestori del rifugio, ai manutentori delle antenne radio-televisive, di poter accedere anche in assenza di neve alla parte alta del territorio comunale".

"Una decisione - continua - la cui alienazione è confermata dall’apposizione di barriere di cemento, di solito utilizzate per prevenire atti terroristici, collocate senza neanche menzione nelle ordinanze e senza che questa radicale, ma anche pericolosa, decisione fosse concordata nel tavolo voluto recentemente dal prefetto di Chieti, Antonio Barbato". 

"Mi auguro - conclude il primo cittadino - che questa presa di posizione, mai vista neanche da parte del Parco che pure aveva compiti di tutela, sia immediatamente rivista, per la sicurezza e l’economia di un intero comprensorio e che il presidente Pupillo non ci costringa a ricorrere al Tar". 

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