Rispetto, amore e tanta ma tanta pazienza: sono queste le basi del matrimonio inossidabile. E per loro, conosciuti come zì Cenz di Patricel e zà Mengh di lu Cioupp, sono 70 anni di vita insieme. Nozze di ferro, dunque.
La coppia abita a Sant’Eusanio del Sangro (Ch), in contrada Cotti, lui 93enne e lei 88 anni. I loro nomi, perché nei paesi ci si conosce ed identifica solo tramite soprannomi, sono Vincenzo Gialleonardo e Domenica di Biase. Tanta emozione per i due nel giorno dei festeggiamenti organizzati dai figli: grande è stata la gioia al "pranzo nuziale", diverso certamente da quello consumato dagli allora sposi, nel 24 ottobre del 1949, nella chiesa di Santa Maria Assunta a Sant'Eusanio.
Lui era un 23enne e lei aveva 18 anni. I genitori all'epoca riusciorono anche ad affittare, due auto, una per la sposa e l’altro per lo sposo, per arrivare nella chiesa del paese, per poi consumare il pranzo nella casa nella quale vivono ancora oggi da soli, perché autosufficienti e lucudissimi.
Per rivivere l’importante tappa, è stato necessario radunare l’intera parentela, e così domenica 10 novembre scorso, c’erano tutti insieme con i coniugi Gialleonardo. Genitori esemplari - raccontano i familiari - che hanno lavorato la terra e tirato su, con sacrificio tre figli: Assunta che ha 69 anni; Lidia, 67 e Nicola, 65. Hanno 12 nipoti (6 nipoti e 6 pronipoti): il più piccolo, Alessio, ha 90 anni meno del nonno.
Vincenzo e Domenica erano dunque agricoltori: il lavoro nei campi, e la cura degli animali, con annessa stalla, lui; mentre la moglie, oltre ad aiutare il marito in campagna, era intenta a preparare il formaggio fresco. "Lei -viene sottolineato - è la parte comica della coppia, sempre con il sorriso e le battute pronte; lui è il saggio, che dona ogni giorno testimonianze ed esperienze di vita. Insieme sono portatori di valori, amore e per noi è una fortuna avere due pilastri come loro".
Nonno zì Cenz, quando apprende di coppie che vivono un rapporto burrascoso e che poi fallisce, borbotta tra sé: "Non vogliono fare sacrifici, non c’è pazienza". E lui sa bene che vuol dire... pazienza, perché quando bisticciano - è normale che capiti, dopo settant’anni di sopportazione ndr -, lui si infuria e risponde male, mentre la nonnina, se la ride e lancia battute, per poi chiudere l’argomento con una “pernacchia”.
LInda Caravaggio
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