"Chiudere o sigillare i reparti non è affatto la soluzione per tali situazioni. Episodi di questo tipo si verificano soprattutto perché gli ambienti e i territori mancano di umanità, di organizzazione e di accoglienza a livello strutturale".
E' quanto afferma Dina Nasuti, presidente dell'associazione "Altri Orizzonti", attiva sul territorio frentano da oltre vent’anni, dopo che nei giorni scorsi un giovane si è gettato da una finestra del reparto di Psichiatria dell'ospedale di Lanciano nel tentativo di fuggire da esso. Il 28enne si è fratturato le gambe, dopo un volo di circa 10 metri.
"Non si risolvono i disagi mettendo sbarre o isolando i pazienti - continua -. Non si risolvono solo con punture e pasticche. Al contrario, cercando una connessione con il territorio, sarebbe possibile raggiungere eccellenti esiti. E' un problema, quello della psichiatria, che viene affrontato solamente in occasione di eventi dolorosi e drammatici, dimenticando poi tutto ciò che ruota attorno al benessere di questi pazienti". Altri Orizzonti chiede "programmi di tipo sociosanitario e riabilitativo in modalità condivisa, laboratori, e una maggiore attenzione della Regione alla carenza di personale qualificato e formato".
In campo anche l'associazione "Percorsi", con il presidente regionale e referente territorio Chieti, Eugenio Di Caro. "Considerato quanto avvenuto - afferma -, dobbiamo rilevare che anche in un reparto specializzato, dotato di sistemi di sicurezza, personale dedicato e specializzato, non abbiamo, come famiglie, alcuna garanzia, neanche per la sicurezza fisica minima dei ricoverati. Se non si riesce neanche a garantire una minima tutela ai pazienti che stanno in spazi confinati, allora quali sono le garanzie che il reparto possa e sappia garantire cure efficaci verso i degenti difficili? Ci chiediamo - rimrca ancora - come anni di mancate assunzioni di personale di riabilitazione potranno essere compensate dai quattro appalti definiti in questi giorni che assegnano a ditte esterne tutta la riabilitazione psichiatrica della Asl della provincia di Chieti, per una spesa di 15 milioni di euro. Non sarebbe stato più conveniente per il bilancio aziendale assumere direttamente? Eppoi esiste un altro grande problema che si evidenzia: negli appalti in genere non esiste un vero controllo sulle attività che le imprese esterne portano avanti secondo gli impegni assunti in sede di gara. Le fatture vengono periodicamente pagate su rimessa di carte formali. Un sistema fallimentare e inefficace, in cui noi familiari - si fa notare - veniamo visti come disturbatori dell’alleanza Asl- ditte esterne". Anche "Percorsi" chiede "un nuovo rapporto di collaborazione", anche per controllare "l’efficacia dei servizi prestati".
A mettere il dito nella piaga c'è anche il vice preseidente della Commissione regionale Sanità, Francesco Taglieri che sulla questione ha presentato un'interpellanza. "L'inefficienza della Asl 02 sembra non avere più confini - attacca -. In ogni settore ci sono lacune, mancanze e disagi per l'utenza. L'ultima denuncia riguarda i fondi a favore del Dipartimento di Salute mentale per la riabilitazione e il reinserimento in società di pazienti con disagio psichiatrico. Ad oggi, infatti, la Asl Lanciano-Vasto-Chieti è l'unica in tutto Abruzzo a non aver previsto per questo scopo la quota del 5% del bilancio aziendale, come da norme nazionali e regionali, disponendo un numero minimo di borse lavoro, strumento fondamentale per garantire l'integrazione sociale, per creare opportunità di collaborazioni, di formazione e di lavoro. E' un'altra prova di come, in questa Asl le cose non funzionino, creando disparità inaccettabili tra cittadini di diverse zone della regione. E' evidente che c'è un enorme problema a livello di gestione e organizzazione centrale nella Asl col più ampio bacino d'utenza, ed è inspiegabile come l'assessore Nicoletta Verì continui a ignorarlo". 21 ago. 2022
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