E' una storia che comincia nel 1891, tra le montagne d'Abruzzo impregnate di miseria, e che prosegue oltreoceano. Centotrentuno anni dopo, viaggio alla scoperta delle origini.
Tailleur rosa, protetta da misure di sicurezza imponenti, da un cordone di poliziotti e agenti di scorta, Nancy Pelosi D'Alessandro, speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, arriva per ciò oggi a Montenerodomo (Ch). Una visita in luoghi che per la lady Usa sanno di memoria. Da questo lembo d'Abruzzo, nel 1891, partì, per gli Usa, il nonno paterno, Tommaso Fedele D’Alessandro, nato l'11 settembre 1868 e "battezzato due giorni dopo". Era figlio di Giuseppe, contadino, e Lucia Rossi, e fratello di Cosmo e Antonio. Lasciò l'Italia, dove non rimise mai più piede, a 22 anni. Trovò lavoro come operaio e si sposò nel Maryland.
Nel borgo della Val di Sangro ad accogliere la politica, tra le donne più influenti del mondo, ci sono alcuni dei suoi parenti.
Va spiegato che Cosmo D'Alessandro ebbe una figlia, Antonietta, che sposò Fedele Passalacqua e nacque Francesco, cugino del papà di Pelosi. Francesco Passalacqua è morto a febbraio scorso, a 94 anni. Più volte - come riferiscono i familiari - aveva espresso il desiderio di conoscere Nancy, la "parente americana famosa" della quale si vantava. Ma non c'è riuscito.
Pelosi giunge a Montenerodomo dopo aver fatto una capatina a Fornelli (Isernia), in Molise, da dove, invece, emigrò il nonno Nicola Lombardi, classe 1878, con la figlia Annunziata, di appena tre anni, mamma di Nancy.
A Montenerodomo, dove sventolano ovunque bandiere tricolori, Pelosi viene accolta dai due figli di Francesco, Fedele e Anna, e dalle sue nipoti, Francesca e Aurelia D'Orazio. Loro le fanno dono di un mazzo di fiori e di un album, "più intimo", con i volti di famiglia, di ieri e di oggi. "Una visita privata, zeppa di calore e commozione che non ci saremmo aspettati - racconta D'Orazio -. Ci ha confidato di essere emozionata e felice e che vorrebbe ritornare".
Di "ritorno" la rappresentante Usa parla anche durante la cerimonia pubblica in piazza Benedetto Croce in cui le vengono consegnate, simbolicamente, le chiavi del paese e nella quale le viene attribuita, dal Consiglio comunale, riunito in seduta straordinaria, e dal sindaco Angelo Piccoli, la cittadinanza onoraria. Presenti diversi residenti, alcuni sindaci del territorio, esponenti delle istituzioni, quali la Prefettura e la Provincia, la Regione e il Parlamento. C'è il presidente della Regione, Marco Marsilio. "Adesso che ho le chiavi - afferma Pelosi - non ho altra scelta che tornare, assolutamente, anche perché questa, - scherza - è una faccenda di famiglia". Che riporta a quel nonno deciso e caparbio.
"Come tanti nostri giovani - spiega dal palco il sindaco Angelo Piccoli - volle sfuggire a una dura povertà e a gravi disagi sociali e cercare migliori condizioni di vita".
"Mio nonno - evidenzia Pelosi - è stato il punto di riferimento per mio padre, che lo adorava e che da lui ha sempre tratto una forza speciale. E quindi ha lasciato una impronta decisa in tutti noi". Un nonno - rimarca il sindaco Piccoli - "laborioso, giusto, onesto, pieno di rettitudine, il patriarca dei D'Alessandro di Baltimora", dove si stabilì e mise su famiglia, con numerosa prole. Tra i figli Thomas Jr, padre di Nancy, appassionato di politica, che è stato eletto per cinque mandati al Congresso e per tre è stato sindaco di Baltimora. Passione per la politica che ha trasmesso alla figlia. La quale ricorda "forti e orgogliose radici abruzzesi nel quartiere italiano" dove è cresciuta; "radici ferocemente patriottiche e indefessamente democratiche".
"E’ nel 2009 - rammenta Piccoli - che abbiamo scoperto che Pelosi è originaria di questo comune. Venimmo contattati - riferisce - dalla segreteria dell’allora presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, che ci chiese di poter avere il certificato di nascita del nonno paterno di lei. Nell’archivio municipale, devastato durante la guerra, l’atto non c’era; l’abbiamo reperito negli Archivi di Stato. Di quel certificato - continua il primo cittadino - fu fatto omaggio, da Fini a Pelosi, il 14 settembre 2009, quando lei arrivò a L’Aquila per una visita nei luoghi simboli del sisma del 6 aprile 2009 e per partecipare all’inaugurazione, a Villa Sant’Angelo (Aq) di una scuola materna. Si commosse alla vista di quel documento".
"Da quel momento - continua il primo cittadino - a più riprese l'abbiamo invitata a conoscere il nostro paese". Una richiesta fatta, e reiterata, dai sindaci che si sono succeduti: Arnaldo Rossi, Antonio Tamburrino e in ultimo da Piccoli. E ora che è a Montenerodomo, Pelosi li ringrazia, uno ad uno, a partire da "Tamburrini, che è stato il primo".
"Alla fine della settimana scorsa - fa presente Piccoli - la sorpresa: l’annuncio che l'avremmo avuta come ospite". Adesso Montenerodomo, a 1.165 metri d'altezza, conta 600 anime. "Ma quando Tommaso Fedele D’Alessandro andò via, con il suo sogno a stelle e strisce in valigia, erano 2mila abitanti". Una realtà di poche case arroccate sul cocuzzolo. "Erano in troppi, allora, e in centinaia se ne andarono a tentare la fortuna". 01 lug. 2022
SERENA GIANNICO
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Foto ANDREA FRANCO COLACIOPPO
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