"Atessa e i comuni limitrofi rivogliono subito tutti i servizi e gli ambulatori predati dai nemici del nostro territorio, e chiedono che si indichi, nero su bianco, senza più rinvii e incertezze, il futuro del "San Camillo de Lellis", che deve essere un ospedale a tutti gli effetti, e non un cronicario...".
Durissimo l'attacco del Comitato in difesa del territorio, che torna a chiedere i servizi sanitari tolti e i reparti smantellati, in un baleno, dal presidio sangrino per far posto ad una sorta di Covid hospital. "Si tratta - tuona il Comitato - di uno scippo senza destrezza". L'attuale struttura, viene evidenziato, "non risponde alle esigenze primarie di una popolazione, composta da giovani e da anziani, che hanno bisogno di avere... un Pronto soccorso, un laboratorio analisi, un’area medica e un’area chirurgica, endoscopia e poliambulatori medici e chirurgici a disposizione tutti i giorni dell'anno e a tutte le ore dell’anno".
Altrove, in provicia, si fa presente "stanno difendendo, con le unghie e con i denti, i loro ospedali cittadini. Tonia Paolucci, della destra lancianese, ha detto: "La Regione potenzi l’ospedale Renzetti”;
Manuele Marcovecchio, della Lega Vasto: "Non transigo, sul "San Pio" bisogna investire"; Sabrina Bocchino, Lega Vasto: "Mi impegno per migliorare i servizi e riportare personale e strumenti che facciano del "San Pio" un punto di riferimento per il territorio".
"Di fronte a queste chiare prese di posizione - viene detto - i reggicoda di Liberatessa, della Lega e parte della destra di Atessa, continuano a mantenere un silenzio complice, e nient’affatto operoso, che sta facendo pagare pesantemente un caro prezzo a tutta la popolazione e ad un ampio comprensorio che gravita attorno alla zona industriale più importante del centro sud Italia. E’ ora che si abbandonino ambiguità e sudditanze". Restituire, dunque, "il maltolto", o "dimettetevi".
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