Lanciano. I 100 anni di Elena... Gli incontri con il donnaiolo D'Annunzio e un martoriato Trentino La Barba
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Lei è Elena Tobianchi ed è nata a Fossacesia (Ch) il 22 ottobre 1923. Ha festeggiato i 100 anni con parenti, nipoti di terza generazione e gli altri ospiti della casa religiosa "Antoniano" di Lanciano (Ch), di cui è ospite da alcuni anni.

Tanti i ricordi di una vita che ha raccontato ad Abruzzolive.tv.

"Sono la seconda di 6 figli. Mio padre, Pietro, era originario di Paglieta, e conobbe mia madre, Maria, poco prima di partire soldato nella Prima Guerra mondiale. Il suo compito era di portare gli ordini del Comando ai distaccamenti operanti sul territorio. A quel tempo la radio era ancora agli inizi e non tutti i reparti l'avevano in dotazione. Un giorno mentre svolgeva il suo compito, fu colpito da un proiettile rimbalzato su di un masso che gli lesionò irrimediabilmente la colonna vertebrale e lo condannò a vivere, per il resto dei suoi anni, sulla sedia a rotelle. Rimase per molto tempo disteso a terra: il primo ad avvicinarsi fu un soldato nemico, un austriaco, che vedendo le condizioni in cui versava si chinò al suo fianco per fargli bere un po' di acqua. Prima di abbandonarlo gli diede una pacca sulla spalla e gli lasciò la sua borraccia sussurrandogli: “Tu bravo italiano”. Quando giunsero i soccorsi fu portato in ospedale a Roma dove rimase fino alla conclusione del conflitto".

Per il suo operato fu insignito della Medaglia d'oro al valore militare, consegnata dal Re Vittorio Emanuele III, e dichiarato grande invalido. "Tornato a Fossacesia si sposò con mia madre Maria e nacquero Teresa, io, Vittorio, Rinalda, Alessandro ed Alessio. Abbiamo abitato a Fossacesia, a Chieti in un grande palazzo dotato di ascensore e infine a Lanciano. Purtroppo quando eravamo in procinto di trasferirci nella capitale, mio padre è morto lasciando mia madre sola con sei bambini  da accudire".

"Ho anche conosciuto Gabriele D'Annunzio quando frequentava Villa Mayer a Fossacesia. Io ero molto giovane e svolgevo alcuni lavori per la masseria. Un giorno quel grande donnaiolo, mi dedicò addirittura una declamazione, la ricordo ancora: “Io nel partir ti lascio la metà di un nullo, un nullo intero, l'inizio di Roma e la fine di amor”. Quanti anni sono passati!"

"Il mio ricordo più bello - aggiunge - è quando mi sono sposata con il mio Gaetano, (Rosato, ndr). Lui era un artigiano, faceva anche l'arbitro di calcio, e aggiustava le macchinette per scrivere. Ci siamo conosciuti in chiesa e dopo il matrimonio siamo andati ad abitare a Torino ma a me mancava l'aria e il sole e quindi siamo tornati a Lanciano. Da quando è deceduto sono venuta qui all'Antoniano. I momenti peggiori della mia vita li ho passati durante la Seconda Guerra mondiale... i bombardamenti, i tedeschi e l'occupazione... Ricordo quando ci fecero sfollare... dovevamo passare dove adesso si trova il piazzale Santa Chiara... Lì ad un albero avevano legato Trentino la Barba a cui avevano cavato gli occhi: lui diceva a tutti noi che passavamo di salutarli la moglie".

"Brutto è stato anche dopo la guerra: non c'era rimasto più nulla, solo la fame. Qui al centro Antoniano, mi trovo bene e non mi fanno mancare nulla, e oggi posso dire di essere la più giovane, tra le cinque centenarie ospiti del centro. E' bello vedere i tanti nipoti che sono venuti a festeggiarmi, anche se mi piacerebbe vederli un po' più spesso. Adesso però mi sono stancata e devo spegnere le candeline della torta". 25 ott 2023

URANIO UCCI

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