E' struggente. Con dentro l’impotenza di non poter cambiare quello che è successo e la bellezza del tempo passato insieme. Un tempo che figlia e padre vivono come un incantesimo di amore. Fatto di silenzi e insegnamenti che ti legano per la vita. E oltre. E' un colpo al cuore, fra lacrime e ricordi, la lettera che Martina, 18 anni scrive al suo papà morto ieri a causa del Covid-19. Maurizio Salerni, 54 anni, si è spento nel reparto Malattie infettive di Teramo, dove era stato trasferito sette giorni fa dal Santissima Annunziata di Chieti. E' la quinta vittima di Lanciano (Ch) a finire nella triste conta dei morti da Coronovirus. Martina e la sua famiglia vivono nel quartiere Cappuccini -San Pietro.
Martina, col cuore bombardato da mille emozioni, dal “cilindro dei ricordi” traccia il tempo vissuto col papà e scrive su Instagram.
“Te ne sei andato così, con le tue gambe, da solo. Ti sei trovato a combattere contro qualcosa più grande di te, qualcosa a cui non sei riuscito a far fronte, in questa vita così infame. Non tornerai più in questa casa oggi vuota più che mai, non faremo quel viaggio che c'eravamo ripromessi, non discuteremo più per scegliere cosa vedere in tv”.
“Non mi chiederai più com'è andata a scuola. Non ci vedranno più insieme, ma mi ripeteranno sempre che sono uguale a te. Non mi accompagnerai a trovare casa per l'università, non ci sarai alla mia laurea, non ci sarai al mio matrimonio, ma sarai al centro dei miei successi”.
“Mi ha insegnato a camminare, a leggere, guidare, a cadere e rialzarmi, a scegliere sempre una strada alternativa e a trovare qualcosa che mi distinguesse dagli altri”.
“In questo dolore logorante ti dico chiaramente che quella che sono lo sono grazie a te. Mi hai spiegato l'importanza di essere una roccia, di non abbassare mai la testa e ad accorciarmi sempre le maniche, perché a noi la vita non ha mai regalato niente. ‘Perché le cose vanno conquistate...’ me lo hai detto una settimana fa in quel letto che non era il tuo”.
“La sofferenza non è mai giusta, ma non è giusta soprattutto quando hai 18 anni, quando sembra che finalmente tu stia andando per il verso giusto e ti convinci di essere felice, ti ritrovi nel bel mezzo di un uragano incontrollabile che distrugge tutto,e perdi un pilastro della tua vita”.
“Con il cuore spezzato dolorante, - dice Martina - ma più matura e con la forza di voler ricostruire una vita, perché così avresti voluto, ti dico che sarai sempre il mio punto di riferimento, la mia guida, il mio papà, una persona buona, benvoluta, di compagnia. Un uomo estremamente in gamba che nella vita si è sempre dato da fare, con una marcia in più degli altri. Così ti ricorderà la tua famiglia, i tanti amici di cui ti eri circondato sin da bambino. Sei nel cuore di tutti”.
Alessandro Di Matteo
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