Coronavirus. Abruzzo. 'Piccoli ospedali cancellati. Piccoli centri falliscono per le chiusure Covid 19'

"In questa fase critica che richiede misure così gravi, assistiamo alla dimostrazione pratica del fallimento delle politiche sanitarie degli ultimi 20 anni": lo denuncia il sindaco di Guardiagrele (Chieti), Simone Dal Pozzo. Ospedali di piccoli centri chiusi negli anni scorsi sarebbero ora una risorsa nell’emergenza Coronavirus. Emblematico il caso dell'ospedale di Penne, chiuso per contagio ed ora riattivato per farne Covid hospital per la provincia di Pescara. Già nei giorni scorsi 47 sindaci del 47 sindaci della stessa provincia di Chieti, del Sangro-Aventino, hanno chiesto alla Regione Abruzzo e con urgenza all'attivazione, negli ospedali di Atessa e Casoli, di Rianimazione e Terapia intensiva.

Fra sanità ed economia è dunque allarme dei sindaci. Il coronavirus rischia di dare un colpo mortale a turismo, economia e socialità di Abruzzo e Molise interno, dopo decenni di spopolamento e alta presenta di anziani, e messe già in ginocchio dai terremoti del 2009, 2016 e 2017. Una situazione simile a realtà appenniniche di Marche, Umbria e Lazio.

Proprio per difendere dal contagio comuni fragili, anche per la forte presenza anziani, i più esposti, si stanno mandando via i turisti: è il caso, nell'Alto Sangro, in provincia del L’Aquila, teatro di impianti sciistici, dei sindaci di Rivisondoli e di Campo di Giove, che con un avviso pubblico hanno chiesto ai proprietari delle "seconde case, di tornare nei propri Comuni di residenza al fine di evitare situazioni di emergenza". C'è chi, invece, come nell'Alta Valle dell'Aterno, in provincia sempre de L’Aquila, sottolinea la "fine" sociale ed economica del comune di Campotosto (Aq), abitato nelle tre frazioni da circa 120 persone, e del comprensorio montano, con la chiusura di tre trattorie e due bar, nei quali tanti anziani andavano a fare una chiacchiera ed a giocare a carte. Il sindaco Luigi Cannavicci ha dichiarato: "Siamo convinti di dover dare il nostro contributo e che rimanere a casa è una buona cosa, ma noi siamo giù moralmente. Economia e socialità sono stati cancellati".

Alessandro Di Matteo

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