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Lanciano (Chieti) 09 dic.'13 - Inchiesta, da parte della magistratura di Lanciano, sull'impianto a biomasse di Treglio (Chieti). Il procuratore, Francesco Menditto, ha disposto che vengano effettuate verifiche amministrative, coinvolgendo, oltre alle forze dell'ordine, anche l'Agenzia ambientale regionale Arta. Si indaga, comunque, anche su aspetti penali. Grande soddisfazione espressa da "Nuovo senso civico", il comitato che a lungo si è battuto per impedire la realizzazione dell'impianto.
"Sono anni che sosteniamo la nocività degli inceneritori ed impianti a biomasse- commentano i rappresentanti di "Nuovo senso civico" - abbiamo organizzato manifestazioni pubbliche e cortei, convegni, incontri, attività di informazione e denuncia,e alle controparti, abbiamo sempre dato la piena disponibilità ad un confronto pubblico".
E continuano ricordando di non essere mai stati ascoltati dai politici, sindaci e assessori a cui si sono sempre rivolti, e incalzano sostenendo di essere stati anche ostacolati. I miasmi che provengono dall'impianto, hanno investito nei giorni scorsi anche i comuni limitrofi, tra cui Lanciano. Lo stesso procuratore Francesco Menditto asserisce di essere stato colpito dal " forte ed inspiegabile odore che Lanciano respirava, ho sentito l'aria molto acre e l'odore di bruciato". Vanno ricordati gli sforzi profusi dai cittadini che a lungo e invano, hanno insistito sulle sfavorevoli condizioni ambientali che per legge non consentirebbero di accettare un impianto a biomasse.
Le biomasse utilizzate devono provenire da scarti agricoli e da allevamenti locali consentendo così di risolvere un problema di smaltimento presente in zona ed evitando l'inquinamento dal trasporto delle stesse su lunghe distanze ( filiera corta). Inoltre, il biogas, non può essere immesso nella rete metanifera perchè "sporco" ma attraverso un
processo di depurazione può essere trasformato in biometano. In questo
modo si andrebbe anche a ridurre la nostra dipendenza da fonti estere
come il gas siberiano o libico. Da non tralasciare poi il teleriscaldamento, ossia il sistema per raggiungere attraverso una rete di collegamento le
abitazioni, gli edifici pubblici e le imprese circostanti offrendo loro
il riscaldamento necessario, permettendo lo spegnimento di tante piccole
caldaie private meno efficienti ed ottenendo così una riduzione
dell'inquinamento complessivo. Senza il teleriscaldamento non solo si
inquina ma si manda letteralmente in fumo il 60/70% dell'energia
prodotta mentre con la sua adozione se ne perde solo il 2%.
A questo punto, prese finalmente in considerazione le loro richieste, gli esponenti di "Nuovo senso civico" di Treglio si definiscono per quanto possibile "confortati" e dichiarano di possedere " ulteriore forza per diffondere una battaglia di civiltà che dovrebbe coinvolgere tutti, perchè serve a tutelare quanto di più prezioso abbiamo in dote, la vita ".
Azzurra Caldi